Nonostante il prodotto sia in concorrenza con le tedesche blasonate, rubando ampie fasce di mercato a BMW e Mercedes, sia costoso e richieda mesi di attesa, Elon Musk continua imperterrito nel tentativo di commoditizzarla e spinge su volumi e sconti per tenere la concorrenza cinese a freno.
Di recente Uber ha introdotto una formula interessante per invitare i suoi gig-conducenti ad usare una Tesla: $500 la settimana, tutto incluso. Leasing, assicurazione, manutenzione e nessun controllo sul credito del guidatore, che deve solo preoccuparsi di caricare le batterie e scorrazzare i clienti. Per un motivo che mi sfugge, la comunità cinese di guidatori Uber ha accettato in massa questa offerta, ed abbandonata l’auto di proprietà, ora usa Tesla a noleggio. $500 sono tanti, considerando che a settimana si possono ricavare $3000-$3500 lavorando sodo tutti i giorni, ma abbassa anche la barriera di ingresso a questo mestiere. Qualsiasi persona con una patente può entrare in gioco, e pensare di guadagnare guidando un’auto, diventa impossibile.
La penetrazione di auto elettriche in USA, inferiore rispetto a quelle nei mercati europeo e cinese, è schizzata dal 2 al 6% in un anno, e nonostante concorrenti come Ford, Hyundai e GM abbiano modelli che vendono bene, Tesla mantiene una leadership importante. In Europa la percentuale di auto elettriche (incluse ibride) è al 21%, ed in tutto il mondo la crescita del settore tocca il 62%: forse Musk ci vede giusto a rendere l’auto elettrica una commodity, da non comprar più per esser messa in garage, ma da pagare solo quando si usa, a consumo?
In questi giorni di crollo del valore di Tesla in borsa, giornalai dalla visione strategica da allenatori domenicali della nazionale, han sparato la sentenza inappellabile: Musk sta sbagliando tutto, di questo passo fallisce presto. Questi competenti non pensano che il più celebre Asperger del mondo dice e fa’ tutto quello che gli passa per la mente, ha portato più volte le sue aziende alla soglia del fallimento, fa atterrare i razzi in retromarcia e sviluppato prodotti di ogni genere, tutto ciò non conta. Come al solito guardano al dito e non alla Luna.
Il fatto è che Tesla non è solo un’azienda automobilistica, controlla buona parte delle applicazioni di energia solare: questo grafico da un’idea del suo ecosistema.
Tesla elabora i dati di milioni di automobili, pannelli solari e batterie residenziali e commerciali, effettivamente guadagnando da ogni oscillazione del mercato energetico e dalla conoscenza specifica di ogni consumatore e cliente. In questo ecosistema l’automobile come commodity vale molto di piu’ dell’auto di lusso dagli ampi margini. Non serve qualcosa di speciale per questo o quel cliente, ma uno strumento il più possibile standard e prevedibile, perché è dal suo controllo costante che si guadagna.
Nel frattempo le auto elettriche cinesi, come BYD, arrivano sul mercato con performance apprezzabili e prezzi imbattibili: sono loro le vere concorrenti di Tesla. Se le aziende automobilistiche tradizionali non ripensano al digitale ed al loro ruolo nell’ecosistema energetico e dei trasporti, possono andare incontro ad un futuro breve. La prossima volta che salite su un Uber Tesla, state partecipando ad un mercato che cambia volto radicalmente, dove BYD, Sony ed altri produttori di batterie ed elettronica possono mandare in soffitta le aziende automobilistiche tradizionali.
Sarebbe cosa buona e logica che i governi non incentivassero l’acquisto di auto elettriche: sono soldi sprecati per i contribuenti, e danneggiano i consumatori. L’automobile elettrica è molto più semplice di quella tradizionale, può esser venduta con profitto a prezzi ben inferiori di quelli che ancora si vedono in Europa ed America. In Cina Tesla ha scontato dal 13 al 24% negli ultimi due mesi, perché ha i margini per farlo, e comunque ha perso terreno contro BYD. Tra qualche mese le auto elettriche saranno ancora più convenienti per i consumatori, ma anche per le aziende che le sapranno gestire come cespiti.