Autococcodrillo


Scrivi il tuo coccodrillo #8

Le persone ricche e potenti fra i tanti privilegi hanno pure quello che un giornalista celebre scriva un articolo sul quotidiano per ricordarlo il giorno della sua morte. Essendo tutte le morti improvvise, per definizione, il pezzo viene scritto in anticipo, e costantemente aggiornato per essere pronto alla bisogna. In termini tecnici si chiama “coccodrillo”.

Suo grande cruccio fu non avere alcun talento per arti e lettere. Ne ebbe altri che pigramente non coltivò. Si consolò con la convinzione di aver fatto il viaggio della vita in seconda, e magari terza, classe ma di non essere mai stato un bagaglio.

G.T. 1942


Tutte le Donne della sua vita prima o poi lo hanno lasciato.
Tutte lo hanno rimpianto.
Definito generoso ma non buono, ha trovato la sua giusta dimensione nella solitudine.

GB 1952


Bernardo è vissuto togliendosi tante piccole soddisfazioni, anche questa è una soddisfazione, avere l’opportunità di scrivere il suo ricordo. Bernardo voleva essere ricordato così. Un uomo inquieto che ogni giorno della vita ha cercato di imparare qualcosa.

Per molto tempo ha cercato Maestri dai quali apprendere, ne ha trovati molti tra le persone che ha incontrato e i libri che ha letto, alcuni li ha collocati nel suo Pantheon personale, grato di essere nato, senza merito, in un paese di grande cultura.

Ha avuto l’opportunità di vivere diverse vite, almeno quattro, e questa è stata una fortuna che non ha mai nascosto, perché la sua voglia di cambiare e non fermarsi è stata sempre soddisfatta. Ha sperimentato che sono le sconfitte che cambiano e fanno crescere, e questo non lo ha mai dimenticato. Citando il ritornello di una canzone degli scout ha sempre considerato la propria strada come “la strada di chi parte ed arriva per partire”.

In ogni vita ha sempre dovuto aprirsi la strada da solo, non aveva un cognome importante, ma questo gli ha fatto godere con maggior soddisfazione dei piccoli risultati raggiunti.

Ha iniziato con la “scuola per cuochi”, prima maestra di vita, è diventato – per scelta – papà molto giovane, ha fatto lo studente universitario da lavoratore (qui è piaggeria: negli anni novanta operaio alla CNH di Jesi), il praticante avvocato, fino a divenire avvocato familiarista con una particolare attenzione per i padri.

Il titolo con cui vorrebbe essere ricordato è quello di “papà dei papà”.

Ha avuto molti amici con cui ha condiviso le gioie della tavola, ha vissuto una vita felice, non si è mai pentito delle scelte fatte, sia quelle giuste che quelle sbagliate. Non ha rimpianti e anche questa è una grande fortuna.

Bernardo non voleva né lapidi né epitaffi, ha chiesto che un pò delle sue ceneri riposassero in eterno al lago di Pilato nei Monti Sibillini assieme ad un piccolo crostaceo preistorico.

Bernardo Becci 1971

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite