Suo grande cruccio fu non avere alcun talento per arti e lettere. Ne ebbe altri che pigramente non coltivò. Si consolò con la convinzione di aver fatto il viaggio della vita in seconda, e magari terza, classe ma di non essere mai stato un bagaglio.
G.T. 1942
Tutte le Donne della sua vita prima o poi lo hanno lasciato.
Tutte lo hanno rimpianto.
Definito generoso ma non buono, ha trovato la sua giusta dimensione nella solitudine.
GB 1952
Bernardo è vissuto togliendosi tante piccole soddisfazioni, anche questa è una soddisfazione, avere l’opportunità di scrivere il suo ricordo. Bernardo voleva essere ricordato così. Un uomo inquieto che ogni giorno della vita ha cercato di imparare qualcosa.
Per molto tempo ha cercato Maestri dai quali apprendere, ne ha trovati molti tra le persone che ha incontrato e i libri che ha letto, alcuni li ha collocati nel suo Pantheon personale, grato di essere nato, senza merito, in un paese di grande cultura.
Ha avuto l’opportunità di vivere diverse vite, almeno quattro, e questa è stata una fortuna che non ha mai nascosto, perché la sua voglia di cambiare e non fermarsi è stata sempre soddisfatta. Ha sperimentato che sono le sconfitte che cambiano e fanno crescere, e questo non lo ha mai dimenticato. Citando il ritornello di una canzone degli scout ha sempre considerato la propria strada come “la strada di chi parte ed arriva per partire”.
In ogni vita ha sempre dovuto aprirsi la strada da solo, non aveva un cognome importante, ma questo gli ha fatto godere con maggior soddisfazione dei piccoli risultati raggiunti.
Ha iniziato con la “scuola per cuochi”, prima maestra di vita, è diventato – per scelta – papà molto giovane, ha fatto lo studente universitario da lavoratore (qui è piaggeria: negli anni novanta operaio alla CNH di Jesi), il praticante avvocato, fino a divenire avvocato familiarista con una particolare attenzione per i padri.
Il titolo con cui vorrebbe essere ricordato è quello di “papà dei papà”.
Ha avuto molti amici con cui ha condiviso le gioie della tavola, ha vissuto una vita felice, non si è mai pentito delle scelte fatte, sia quelle giuste che quelle sbagliate. Non ha rimpianti e anche questa è una grande fortuna.
Bernardo non voleva né lapidi né epitaffi, ha chiesto che un pò delle sue ceneri riposassero in eterno al lago di Pilato nei Monti Sibillini assieme ad un piccolo crostaceo preistorico.
Bernardo Becci 1971