Notizie dagli USA


Il nodo Covid arriva al pettine

Le vacanze estive sono il momento migliore per riconoscere gli errori: tra quelli a cui sfuggono le notizie perché stesi in spiaggia, quelli ancora felici e satolli che se ne fregano, quegli altri (in America come in Italia) presi dalle elezioni autunnali, queste ammissioni di colpa passano in cavalleria. 

Ecco, quindi, che da una parte e dall’altra dell’oceano i migliori competenti, come Rochelle Walensky a capo del CDC, la Deborah Birx che l’ha preceduta, Toni Fauci, ed altrettanti luminari in Italia, hanno iniziato a confessare, per poi dirci che ce l’avevano sempre detto.

Scopriamo che la CDC non era pronta due anni fa a gestire la pandemia, e non è pronta nemmeno adesso dopo un milione di morti (sei milioni a livello mondiale): “ad esser franca, siamo responsabili di errori drammatici, dai test, alla comunicazione” (Walensky, sul Times qui): praticamente le unica cose che dovevano fare, visto che la cura è in mano ai medici.

Meglio ancora, un coro di competenti ha il coraggio di dirci adesso che aspirina, ibuprofene e FANS (antiinfiammatori) sono fondamentali per ridurre assai le ospedalizzazioni, abbattendo i problemi nei primi giorni di contagio. E come la mettiamo con le migliaia di medici bullizzati, multati, radiati perché han prescritto antiinfiammatori e addirittura cortisone, eparina ed antibiotici contro dettami per nulla fondati sulla ricerca, ma solo sull’eccesso di para-prudenza? E cosa raccontiamo ai parenti dei morti, grazie a paracetamolo e vigile attesa, quando il loro medico curante avrebbe potuto seguirli fin dalle prime battute dell’infezione, invece di metterli in ospedale quando l’ossigenazione era ormai scarsa?

Una cosa che dà fastidio, di fronte all’errore che viene riconosciuto solo ora, è vedere che il colpevole continua a sbagliare. Invece di lasciare la cura del paziente al medico curante, che segua personalmente in scienza e coscienza l’evoluzione della malattia, invece di lasciare ad adulti e ragazzi la libertà di mascherarsi e proteggersi come vogliono, alla CDC si attrezzano per aumentare il grado di burocrazia: nuove procedure, nuova intelligenza artificiale, nuovi enti assolutamente inutili per prescrivere norme campate in aria. Non parliamo nemmeno dei responsabili scolastici, di nuovo pronti a mascherare i bimbi dalla più tenera età ed isolare gli altri studenti. Il nodo Covid arriva al pettine: è impossibile che così tanti esseri umani possano essere idioti, sono utili idioti del disegno totalitarista dietro a questa emergenza.

Il Covid passa all’ennesima variante, si aggiungono anche polio e vaiolo delle scimmie, ed invece di imparare dagli errori passati, dalla constatazione che lockdown ed obblighi assurdi fanno più male che bene, si continua a sbagliare. Le università USA si preparano a riaprire le porte, e stanno per varare misure draconiane per evitare il contatto fisico tra studenti. A Chicago han riaperto le scuole ed il Covid è tre volte i contagi di un anno fa: pensate che abbiano messo a posto l’aerazione delle aule? No, li mascherano e li fanno stare al chiuso, come in un piatto di Petri.

Ma quello che dà ancora più fastidio è la mancanza di chiarezza sul Long Covid, un insieme di affezioni che spesso insorgono come postumo del virus e vanno dalla perdita di gusto ed olfatto, a spossatezza e mente offuscata, a vuoti di memoria, a crisi convulsive ed epilettiche. È probabile che ogni lettore conosca almeno una persona con questi strascichi, e questo dà una misura della quantità di pazienti e della gravità della cosa. Raccomando gli articoli che sta scrivendo Zeynep Tufekci, il primo qui. Le stime correnti parlano di un paziente di Long Covid per ogni otto che son guariti dal virus, e gli ultimi studi spiegano che mentre alcuni sintomi spariscono nel giro di sei mesi, altri particolarmente debilitanti restano per due anni o più. Per chi volesse approfondire, qui.

Siamo quasi a tre anni dall’arrivo del virus sulla scena mondiale, non ancora attrezzati per gestire la malattia virale in modo accettabile (vedi aerazione dei locali), ed impreparati a curare e guidare il numero impressionante di persone che resta debilitato dagli strascichi.

Negli USA le priorità son cambiate, dopo aver dato 14 miliardi di dollari ai fratelli ucraini e 250 per saldare il debito degli universitari, non c’è più trippa per gatti per combattere il virus. Bisogna fare tagli alla sanità, occorre risparmiare. Sentite anche voi messaggi del genere?

Il nodo al pettine è semplice: Covid ha tenuto duro, ed ha vinto. Vediamo come va con Putin, adesso.


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Zafferano

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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