Ma le leadership non russe e non ucraine devono ricordare che politica estera significa fare gli interessi supremi e vitali dei rispettivi Paesi. E questi, oggi, pare non coincidano più né con quelli nobili dell’aggredito né con quelli ignobili dell’aggressore.
Nessun Paese può permettersi questa guerra, apparentemente regionale, in realtà globale, per un motivo banale: “costa” troppo, e i nostri cittadini non sono più disposti a farsene carico. Ignobile in termini etici, ma umanamente comprensibile, specie se sei povero. In sei mesi, abbiamo distrutto gran parte del nostro patrimonio e penalizzato il nostro stile di vita. Un esempio: quest’inverno, il combinato disposto freddo-povertà indotta-residui della pandemia, farà in Italia una strage di vecchi e di fragili, devasterà definitivamente il Servizio Sanitario, confermerà la crescita drammatica dei poveri assoluti e dei poveri semplici.
Il Consolato Draghi ha dimostrato che solo un “Padrone”, riconosciuto da tutti come tale, può gestire una crisi drammatica, alla quale il modello CEO capitalism ha dato un contributo determinante attraverso le sue leadership di secondo livello. Queste si sono rivelate chiaramente unfit nell’execution. (cfr. The Economist)
In primavera, i leader del G 7 (dove Mario Draghi giganteggiò) presero tre decisioni strategiche: 1) Imporre sanzioni feroci; 2) Applicare lo SWIFT; 3) Mandare armi pesanti in Ucraina. I loro collaboratori, nella fase di execution, le sbagliarono però quasi tutte.
La scelta tecnica e le modalità operative delle sanzioni sono state gestite dagli staff in modo imbarazzante, creando addirittura un effetto boomerang sui cittadini europei, in particolare tedeschi e italiani (cfr. The Economist). Sia chiaro: nessun complotto, nessun Grande Reset del chiacchierato Klaus Schwab, si è trattato di semplice incompetenza e inettitudine dei funzionari europei in sede di execution.
Se il 25 settembre i sondaggi attuali dovessero diventare schede, le “Destre” vincerebbero, si candiderebbero a governare il Paese con Giorgia Meloni.
Da apòta, che voterà orgogliosamente “scheda bianca”, e da esperto di “contro intuizione”, suggerisco alle “Destre” di fare invece, in termini strategici, il nome di Mario Draghi come Premier, invitandolo a lavorare per far finire la guerra, o quantomeno congelarla. Perché proprio lui?
Primo. Lui ha posto una domanda chiara a noi cittadini: “Pace o condizionatori?”. Conosce i nostri bisogni, di certo avrà capito come la maggioranza silenziosa del paese la pensa, quindi sa cosa fare, senza creare fratture nel paese.
Secondo. Con un modello politico, economico, culturale, dove tutto è regolamentato da leggi, protocolli, accordi istituzionali, scritti e pensati dai “Padroni”, dove il mitico “Pilota automatico” governa di fatto i 27 Paesi, dove il mitico “mercato” è devoto alla BCE e alla Fed, dove la mitica “stampa” è allineata culturalmente all’Establishment, la mossa Draghi, spiazzante per le élite, sarebbe risolutiva.
Certo, questo Cameo può apparire un cinico divertissement, ma questa è la vita vera, non quella sognata. Fossi in lei, cara Meloni, prima di buttarlo nel cestino, un pensierino ce lo farei. Spero abbia capito, in tutti questi anni trascorsi nei Palazzi della politica, come con il modello CEO capitalism le parole democrazia e libertà abbiano significati, posture, suoni, nuance, mi permetta, odori, diversi, a seconda di chi le pronuncia. Non conosco le sue idee, i suoi sogni politici, le sue qualità, ma vorrei prendesse atto che, con questo modello - che le assicuro è “blindato” - le sue possibilità di incidere nella carne viva delle riforme sono praticamente zero. Forse le potrebbero permettere una leggera panatura dei problemi, ma nulla di più.
E allora, mi creda, tanto vale proporre un personaggio come Mario Draghi, e poi fingere di controllarlo in Parlamento. Di certo Draghi, una persona perbene, sarà più umano del “Pilota automatico” e meno sgradevole della baronessa tedesca. E poi, mi creda, la nostra situazione di sudditanza atavica ai Padroni non cambierebbe, ma almeno avremmo un inverno meno gelido. Prosit!