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La percezione del rischio e l’amicizia

Da piccolo, un maestro giapponese dai modi solenni e voce bassa (genere “metti la cera, togli la cera”), mi insegnò l’importanza di prendere in leggerezza le cose serie e seriamente le cose leggere. Concetto profondo che da allora e’ il mio mantra, scoprii più tardi che l’aveva scopiazzata da Oscar Wilde: “We should treat all the trivial things of life seriously, and all the serious things of life with sincere and studied triviality.” (dovremmo trattare tutte le cose triviali della nostra vita seriamente, e tutte quelle serie con sincera e studiata trivialità). A giudicare dai dibattiti in TV, su social media, ed amici che vedo... 

... litigare sul rischio di Covid, vaccino e tracciamento, forse dovremmo darci una calmata e rileggere Wilde.

Sul tema Covid raccomando solo di leggere riviste come BJM, Lancet, NEJM o Science, ovvero giornali scientifici che fanno un buon mestiere del rappresentare questi fenomeni in modo chiaro, spiegando cosa s’è capito e cosa resta incerto, e che ripropongono studi di paesi oltre cortina, come Cina, Russia e Cuba. Passando agli esperti bisogna invece fare molta attenzione, perché per semplificare il tema mettono dei “ma” dappertutto e fanno danni. Confondono ancora di più quando vogliono essere categorici, perché appena la ricerca dimostra la falsità dell’ipotesi precedente, loro perdono ogni credibilità e noi cancelliamo tutto quanto han detto.

A primavera 2020 ci fu un contagio in una chiesa coreana, dove la signora malata contagiò i poveri Cristi attorno a lei, ed anche i fedeli della messa successiva. In quel momento la scienza pensava ad una determinata dimensione, e quindi peso, delle goccioline imbevute di virus, e su questa ipotesi dedusse logicamente che il virus uscito dalla bocca della signora avesse contagiato le panche ed i vestiti delle altre persone che poi si sarebbero infettate toccandosi. Ora sappiamo che il virus galleggia tranquillo in aria per ore con la sua carica infettante, quindi in un locale come quello, chiuso e senza ventilazione, chiunque passasse li attorno per alcune ore avrebbe avuto buona possibilità di prenderlo. Non fu contatto, fu aerosol: ah, saperlo prima.

Questo non significa che gli scienziati del 2020 fossero imbecilli ed un anno dopo delle volpi, banalmente il metodo scientifico ci porta a capire meglio il fenomeno che abbiam davanti. Lo stesso vale per immunità di gregge e varianti. I vaccini odierni son stati progettati in pochi giorni dalla pubblicazione del genoma del virus originario da parte degli scienziati cinesi, a gennaio 2020. Da li son passati mesi per la certificazione, produzione e distribuzione, prima di finire nelle nostre braccia un anno dopo. Le varianti sono la risposta evolutiva ad un virus che si trova sistemi immunitari preparati (perché’ guariti o vaccinati) e sono più rapidi a svilupparsi di quanto noi umani si possa modificare la formula, certificarla, produrre e distribuire un'altra volta. Il virus si evolve più rapidamente di quanto noi gli stiam dietro coi vaccini, pace.

Questo non significa che il vaccino sia inutile, nemmeno che il vaccino sia sufficiente a mitigare questo virus. L’immunità di gregge è molto difficile da raggiungere, perché’ il vaccino perde di efficacia nel tempo, ancor più quando incontra una nuova variante, ma allo stesso tempo il nostro sistema immunitario lentamente si attrezza per questo virus. Possiamo quindi immaginare che, mediamente, la popolazione sviluppi miglior resistenza a questa famiglia di piccoli assatanati. In altri termini potremmo non raggiungere l’immunità di gregge, ma le pecorelle si stanno evolvendo ad una maggior resistenza al virus.

Il problema dell’aver politicizzato questa informazione, creando squadre sempre più assatanate le une contro le altre quando il vero nemico è 10.000 volte più piccolo del diametro di un capello, sui 50-100 nanometri, è che guardiamo il dito invece della luna. Covid è così piccolo che in una micro-gocciolina del nostro respiro ce ne stanno migliaia di virus, mentre sparliamo di green pass, mascherine che non lo possono filtrare, fantomatici complotti e 5G. E più ci facciamo prendere da questi dibattiti, più gli animi si infervorano e pensiamo a chissà quale rischio dimenticandoci del resto. Istituzionalmente spaventati dal virus ci dimentichiamo di far visite mediche necessarie, magari ritardiamo un’ecografia o colonscopia più del dovuto.

Ed infine quelle persone che compromettono amicizie decennali, solo perché l’amico ha deciso contrariamente a loro di vaccinarsi, o non farlo. Uno degli aspetti più belli dell’amicizia è capire ed essere capiti, mai così importante di fronte ai dubbi e rischi di questo virus. Come ci dice Cicerone: “Solem e mundo tollere videntur qui amicitiam e vita tollunt” (Coloro che eliminano dalla vita l’amicizia, eliminano il sole dal mondo).


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In questo numero hanno scritto:

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro