Vita d'artista


Piccolo trattato di tecnica pittorica

1 tuorlo d’uovo;

1 cucchiaio da minestra di gomma di ciliegio sciolta nell’acqua, nella proporzione di 1/3 di gomma e 2/3 di acqua;

1 cucchiaino da caffè di vernice Damar o mastice;

½ cucchiaino di glicerina pura;

1 cucchiaino di aceto bianco.

Questa è una ricetta per la tempera magra detta di "gomma di ciliegio" che secondo il grande Giorgio De Chirico da effetti sorprendenti per purezza, forza e luminosità del colore e che viene descritta nel suo trattato di tecnica pittorica del 1928, come frutto di infinite combinazioni nel tentativo di ottenere quei meravigliosi passaggi di tono, quelle sfumature di modellato tanto solide quanto vibranti e leggere. Davanti a certi incredibili ritratti di Dürer o Holbein si domanda come sia possibile una tale perfezione in cui “una pennellata completa l’altra e tutto è un tessuto unito e perfetto senza rattoppi, riprese e ricuciture?”. Il merito di ciò e proprio quel tipo di tempera.

De Chirico non nasconde che quando visita un museo, la prima cosa che guarda in un quadro, non è l’aspetto lirico e spirituale, ma com’è dipinto. Se la prende poi con quei pittori che ostentano disprezzo nei confronti dei segreti e delle ricette della tecnica pittorica, che definiscono cucina. Pur ammettendo che è possibile creare opere indimenticabili con scarsi mezzi avendo del genio o dell’ingegno, rifiuta in modo categorico l’ignoranza, perché tutti i pittori, antichi e moderni, devono conoscere la tecnica pittorica e comunque ricercare e sperimentare in quel vastissimo campo.

È interessante notare una bagarre degli ultimi giorni, a proposito del monopolio da parte di Anish Kapoor del famoso “Vantablack”, il nero nerissimo, e il suo nemico giurato, Stuart Semple, che ha prima cominciato a vendere il “rosa più rosa del mondo” reso accessibile a tutti gli artisti del mondo tranne che a Kapoor ( che per reazione ha postato sui social il proprio dito medio intriso della vernice rosa) ed infine ad arrivare a proporre, a sua volta frutto di lavoro ed ossessione, il suo “Black.4.0”, la sua ultima vernice nerissima. Ogni epoca ha il suo spirito, la sua atmosfera speciale, direi quasi la sua morale artistica e in tutto ciò pare strano, anche dopo tutta una certa avanguardia, da Duchamp a Joseph Beuys, che si continui a litigare per la tecnica. Aveva ragione Giorgio.

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