... la sera del martedì grasso 1886, in una casa di Parigi si riunisce un gruppo di amici tra cui alcuni musicisti. Si scherza e si suona un pezzo appena composto da uno di loro, un divertissement musicale gustoso e carnevalesco. L’autore è al pianoforte, la sua Suite di 14 brevi pezzi diverte molto e si replica nel giro di pochi giorni in altri due salotti, sempre privati. Chi ascolta conta di risentire il brano anche in pubblico ma Saint-Saëns non vuole, anzi non gradisce proprio il passa parola e vieta la pubblicazione della “creatura” fin dopo la sua morte.
Il perché di tanto riserbo sta nei significati espliciti e in quelli nascosti del pezzo, poiché il compositore aveva preso a prestito le figure degli animali per burlarsi in musica di personaggi noti nell’ambiente musicale parigino, all’epoca facilmente riconoscibili. Se pensiamo che nell’intenzione dell’autore i pezzi intitolati Asini e Fossili si riferiscono ai critici musicali, non è così difficile capire che Saint-Saëns un po’ temesse per la sua carriera. Nel suo zoo musicale figurano anche i Pianisti - cui è dedicato un pezzo come agli altri animali - e una parodia li mostra eseguire noiosi esercizi in su e in giù lungo la tastiera, con buona pace dei colleghi dell’autore non tutti entusiasti dello scherzo.
Le spiritose invenzioni musical-animalesche canzonano anche i compositori: le Tartarughe si muovono sulle note del Can-can di Offenbach ma il ritmo frenetico è riadattato all’andamento lento di testuggine. Analoga ironia per Berlioz e la sua Danza delle silfidi, riscritta per L’Elefante con passo da pachiderma interpretato dal contrabbasso. Il Finale (qui in un divertente video) vede l’insieme di animali, strumenti e ritmi riproposti in allegria e - irriverenza finale verso i critici che si prendono sempre l’ultima parola - il verso animale di chiusura è il raglio degli asini imitati dai violini.
Saint-Saëns muore nel 1921 e Il Carnevale degli animali, col sottotitolo “Grande fantasia zoologica per due pianoforti e piccola orchestra” viene eseguito per la prima volta in pubblico nel 1922 a Parigi; da allora si sente spesso in concerto e si ritrova in altri contesti, dai film agli spot. A ricordo del 100° anniversario della morte del musicista, la Suite è presente in molte programmazioni del 2021, per ora tutte previste in streaming e talvolta corredate di laboratorio interattivo per gli spettatori più piccoli.
Il cigno, l’unico dei 14 brani circolato prima della pubblicazione e con il consenso del compositore, vive di vita propria fin dal 1901 quando diventa l’assolo coreografico La morte del cigno, titolo col quale è di sicuro noto a tutti. È l’ultimo animale dello zoo di Saint-Saëns e ve ne lascio in video l’interpretazione di Carla Fracci.