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Dove son finiti i Trumpiani?

Settantacinque milioni di americani han votato Trump, 40 milioni pensano che le elezioni siano state in qualche modo truccate. Detto che delle 62 cause arrivate in tribunale 61 sono già perse, anche quando i giudici erano stati nominati direttamente da Trump, resta comunque la domanda: dove son finiti i trumpiani?

Zio Joe si sta mostrando capace in questo istante. Stiamo vaccinando 1.2 milioni di persone al giorno, e dovremmo arrivare a 150 milioni per la fine di marzo, quando Biden s’era imegnato a raggiungere almeno 100. Vista l’offerta da 600 miliardi di dollari dei Repubblicani contro la sua richiesta di millenovecento miliardi, il neo presidente e’ pronto a spingere in autonomia, lasciando da parte la tanto proclamata riconciliazione con il partito avversario. Facendo cosi’ segue esattamente quello che voleva fare Trump, e che lo aveva proprio messo in rotta di collisione con il suo partito conservatore.

Sopprattutto, Joe Biden avanza come un rullo compressore sul “compra in America, costruisci in America”, ordinando alle istituzioni federali di comprare auto elettriche ed una serie di altri beni e servizi solo se fatti in USA. Questo era uno dei leit motif di Trump, qualcosa che gli era riuscita solo in parte visto che alcune aziende avevano fatto le furbe prendendo gli incentivi e poi insabbiando gli investimenti in America o chiudendo fabbriche nonostante le promesse. Chiaro che questi scherzi riescono una volta, la seconda ti esponi all’ira del Presidente e di tutto l’establishment che lo sostiene. Guarda caso nell’ultimo mese l’occupazione ha ripreso a salire.

Zio Joe sorride ed è tanto simpatico, ma non vedere gli squali sbianchi che lo accompagnano sarebbe un errore. Già alla cerimonia del 20 gennaio i militari, numerosi tanto a Washington quanto in altre città calde, han fatto capire con le buone che un altro assalto al Congresso non sarebbe stato tollerato: le teste calde si son velocemente calmate e son stati tutti a casa. Uno alla volta, tutti i manifestanti del 6 gennaio vengon presi dall’FBI e sbattuti in prigione senza cerimonie. Giudici e media lavorano all’unisono: classificati tutti come terroristi domestici, il fatto che sian idioti o tratti in inganno dai messaggi di Trump non conta come scusa. Repressione? Come potete anche solo immaginarlo, quello succede solo negli imperi del male, e l’ipocrisia è praticamente sconosciuta da queste parti.

I 75 milioni son sempre li, e devono riconoscere che Biden sta facendo cose inaspettate, alcune delle quali proprio sponsorizzate da Trump contro le idee del suo partito. Che sia il modo giusto per riconciliare il paese? Abbiamo 10 milioni di disoccupati ufficiali, ma sono 25 milioni quelli che a vario titolo non hanno un lavoro, e Biden non si può permettere scontri sociali. Il reddito di cittadinanza s’è mostrato fallimentare, comprovato dall’esperienza cinese che invece di tener la gente sul divano ha tenuto le fabbriche a pieno ritmo, riuscendo a migliorare la propria economia mentre tutti gli altri paesi si mettevano sul divano di casa.

Biden ha anche cambiato idea sul lockdown, che inizialmente aveva promesso. Dietrofront: l’economia non si può fermare. Tutti mascherati, tutti vaccinati e testati, ma fine del divano di cittadinanza. Sappiamo da tutti i Presidenti precedenti che, nonostante quello che dici e predichi nella campagna elettorale, quando poi sei tu alla Casa Bianca, le cose cambiano. Obama aveva promesso così tanta pace nel mondo che gli avevano dato il Nobel sulla fiducia, in anticipo. Poi ha scaricato 29.000 bombe e mandato i Navy Seal a ripulire il mondo dai terroristi.

In queste prime settimane zio Joe non parla di Trump, non può certo riabilitarlo visto che è sotto impeachment ed insultato dalla stampa dem, ma parecchie delle politiche che promuove fan piacere a quei 75 milioni. Specialmente se aumentano posti di lavoro ed arrivano i vaccini.

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In questo numero hanno scritto:

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro