... 31 gennaio 1771, quando riprese la strada di casa per proseguire la sua vita breve, movimentata e sempre ricca di musica: negli ultimi mesi di vita, 230 anni fa, ancora produceva dei capolavori come Il flauto magico, scritto in poco tempo - Mozart componeva veloce, di getto e quasi sempre senza bisogno di correzioni! - e quel Requiem incompiuto e legato al mistero della sua morte le cui cause, nonostante i molti studi e le congetture, restano sconosciute.
Scrivere il Requiem inquietò il musicista sia per il suo rapporto ingarbugliato e mai chiarito col committente, forse presentatosi in modo anonimo, sia perché la sua salute peggiorò rapidamente mentre scriveva quella che, pare, cominciasse a sentire come una composizione funebre per sé. Mozart in effetti morì poco dopo aver scritto parte del Lacrimosa, celeberrima pagina del Requiem (poi completato da un allievo) che da allora è risuonata in tutto il mondo, considerata il commiato del Genio di Salisburgo.
Mozart sapeva che la sua musica gli sarebbe sopravvissuta ma non poteva immaginare l’entità della sua fama planetaria e soprattutto, di quel Lacrimosa con cui ha chiuso l’esistenza, non poteva prevedere l’esecuzione che vi propongo oggi: una versione con l’ausilio di uno strumento elettronico che suona senza contatto con l’esecutore, che infatti muove le mani vicino alle due antenne dello strumento ma senza toccarlo. È il theremin, inventato, pensate, già nel 1919 dal fisico russo Lev Termen: il suo congegno, poco conosciuto anche se usato in più campi artistici, gode ora di una certa rivalutazione.
Della meravigliosa pagina mozartiana vi lascio qui la storica esecuzione della Wiener Philharmoniker diretta da Herbert von Karajan e trovate invece qui la rielaborazione - con quattro theremin più un pianoforte del 1879 - realizzata e pubblicata pochi mesi fa dal musicista francese Grégoire Blanc: anche questa versione non manca di essere seducente. Mozart vince sempre.