Musica in parole


Sogno e realtà. Pëtr Il'ič Čajkovskij

Cominciamo dal mondo dei sogni seguendo Clara. È la vigilia di Natale e lei riceve in regalo uno schiaccianoci con fattezze di soldatino. Si addormenta abbracciata a lui e insieme vivono una notte magica: dopo aver sconfitto il Re dei Topi, Clara e lo Schiaccianoci (trasformatosi in principe) entrano nel Regno dei Dolci accolti dalla Fata Confetto. Segue un risveglio nel quale ancora crogiolarsi e danzare.

È ovviamente la trama di Lo Schiaccianoci, il famoso balletto di Čajkovskij. Il musicista aveva già composto due partiture per balletti, Il lago dei cigni e La bella addormentata e sapeva come rendere efficaci le fiabe in musica.

In particolare le atmosfere musicali dello Schiaccianoci - dalle invenzioni timbriche ai suoni della celesta (strumento nuovissimo all’epoca di Čajkovskij) - son divenute elemento insostituibile della tradizione natalizia e brani iconici come “Valzer dei fiocchi di neve”, “Valzer dei Fiori”, sono riconoscibili all’istante.

Fa effetto pensare che l’autore di una partitura raffinatissima che ci culla in un bel sogno, sia stato nella realtà un uomo molto infelice e tormentato. Čajkovskij lo è per tutta la vita, nonostante le affermazioni artistiche, la grande fama e la raggiunta agiatezza economica. Il compositore più volte scrive ai fratelli di essere “sull’orlo della disperazione”.

Da poco uscito in Italia, il film La moglie di Čajkovskij racconta il breve e disastroso matrimonio del Maestro con l’ex allieva Antonina Miljukova, sposata nel 1877 solo per nascondere la sua omosessualità agli occhi della società russa dell’epoca. Questo resta il suo tormento più grande ma non l’unico: ha il terrore del pubblico, delle persone in generale e vive un quasi perenne stato depressivo.

Nei suoi ultimi anni un enorme successo carico di onori anche negli Stati Uniti non quieta il suo pessimismo interiore, acuito dalla rottura con la sua mecenate di sempre (Madame von Meck) e dalla morte dell’amata sorella Aleksandra.

Con questi stati d’animo, nel 1892 il compositore firma il sogno delicato dello Schiaccianoci ma ha in cantiere anche la “Patetica”, che sarà la sua ultima sinfonia - partitura complessa, aperta da suoni cupi - nata dal turbinio di contrasti della sua condizione psicologica.

Čajkovskij muore il 6 novembre 1893, 130 anni fa.

Aleggia un mistero sulla sua morte forse causata dal colera; i dubbi però ci sono e sulle ragioni del decesso non c’è pace tra le versioni. Di sicuro la Sinfonia n. 6 suona come un testamento spirituale ed è tra le composizioni famose del Maestro. Una lista lunga che comprende la musica delle fiabe.

Infatti anche quest’anno, più ci avviciniamo al Natale più si risentiranno le note dello Schiaccianoci; il mondo del sogni così come Čajkovskij lo ha creato per noi.

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro