Musica in parole


Mettersi in ascolto

Il 21 ottobre è la Giornata Mondiale dell’ascolto e il sito dedicato indica in elenco anche “La musica come strumento di ascolto”; le motivazioni sono più d’una ma soprattutto, io direi, perché non c’è stato d’animo che non sia stato messo in musica.

Per celebrare la giornata vale la partecipazione a un concerto, l’ascolto su YouTube o quello di un vecchio vinile ritrovato in casa.

Anche i video sui social possono avere belle note in sottofondo. Non a caso il mondo della musica è molto attento ai social media e in particolare a TikTok dove si veicolano con velocità nuovi brani musicali e anche si riportano in auge quelli di anni fa. Strumenti di visibilità e condivisione, i social più amati dai giovani sono da tempo allo studio delle case discografiche, dei vari attori dell’industria musicale, delle società di concerti e dei teatri di opera.

Sì, i teatri d’opera, che uno dopo l’altro han preso a promuovere le stagioni operistiche anche sui social, cercando così di “mettere in ascolto” della lirica un pubblico giovane. A quanto pare, seppur timidamente, la proposta pare farsi un varco e crescere.

I grandi teatri han adeguato tutta la loro comunicazione in modo da risultare accattivanti alle nuove generazioni. Fa parte di questa strategia (necessaria agli enti) l’incremento delle attività digitali e la promozione dell'accessibilità.

Il Regio di Torino ha appena proposto La Bohème - anteprima giovani, con gran successo di adesioni. Puccini chiama a sé il pubblico per l’appunto nella giornata che celebra l’ascolto.

Questo melodramma, presentato la prima volta nel 1896 proprio al Regio torinese, può piacere a Millennials e Gen Z?

La storia racconta di alcuni giovani amici che sognano il successo mentre accettano lavoretti di fortuna, han problemi a pagare l’affitto ma non rinunciano a vivere la loro gioventù e si ritrovano nei locali, scherzano, si innamorano. Poi la realtà si abbatte sul gruppetto con la morte di una di loro e forse entrano così, brutalmente, nella vita adulta.

La musica che sostiene questa storia è meravigliosa e resiste da 127 anni.

Del resto la frase musicale “Ma per fortuna è una notte di luna...”, come fa a non piacere?

Ve la indico qui dalla voce di Luciano Pavarotti.

Buon ascolto.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro