Dopo anni di ricerca sul rapporto tra scultura e suono, dal 2014 il professore ha iniziato a riprogettare armi e prodotti bellici per ricavarne strumenti musicali.
“Ridisegnando gli oggetti di scena militari - come fucili, elmetti, missili - in oggetti sonori, viene ridisegnato anche il suono che trasportano. Dal rumore al suono, dal suono alla musica”. Così spiega Macura che per questo processo creativo utilizza i materiali di cui è circondato - cioè i rifiuti militari che in Serbia continuano a essere presenti - e li fa rivivere in modo antitetico alla guerra.
Il suo lavoro di scultore è stato evidenziato quest’estate dalla mostra “From noise to sound” a Novi Sad, una delle capitali europee della cultura 2022 (col progetto dal titolo “Fortezza della Pace”).
Poiché gli strumenti di Macura suonano davvero, nella città serba sono stati presentati anche in concerto e per l’occasione alcuni musicisti serbi si sono uniti ad artisti austriaci di Graz dando nuova vita, musicale, agli scarti militari. Una ballata di pace insomma che ad alcuni farà ricordare gli anni Sessanta e il Flower power, quando anche in Italia i giovani cantavano “mettete dei fiori nei vostri cannoni…vogliamo nel cielo…note musicali” (“Proposta” canzone del 1967, I Giganti).
Lo scultore di Novi Sad non intende fermarsi e continua la sua ricerca nei depositi di rottami bellici, eredità della guerra anni Novanta nell'ex Jugoslavia. Come raccontava già mesi fa ai giornalisti che lo intervistavano incuriositi, Macura ha un’ambizione: ricavare uno strumento a percussione da un carro armato.
Tutto può essere, dopo che ha presentato un elmetto che suona come uno strumento a fiato.
Da vedere e sentire qui.