Ora mi chiedo come suoni il buco nero della galassia M87, di cui adesso abbiamo anche la foto.
Con una curiosa operazione speciale la Nasa ha aperto un canale e caricato su SoundCloud una playlist di “musica” in arrivo dallo spazio e registrata negli anni. Tracce straordinarie come l’affascinante “duetto musicale” tra Saturno e la sua luna Encelado.
Al contrario l’anno scorso musica in partenza dalla Terra verso Marte. È uno dei sistemi con i quali gli ingegneri della Nasa hanno tentato invano di “svegliare” e riprendere le comunicazioni interrotte con il robot Opportunity, su Marte dal 2004. Per mesi ogni giorno un brano diverso; la compilation è stata pubblicata su Spotify.
L’avventura dell’uomo nello spazio ispira i musicisti e ne sono famosi esempi Across the Universe dei Beatles, Space Oddity di David Bowie, Apollo di Brian Eno, Sirius di Stockhausen, dramma in cui quattro emissari portano dal cosmo un messaggio sulla Terra. Viceversa sappiamo che nel 1977 dalla Terra, con il progetto Voyager, è veramente partito un messaggio (per chiunque lo trovi): un disco registrato che include anche musica di Bach, Beethoven, Chuck Berry, Mozart, Louis Armstrong e altri.
Non tutti sanno invece che nel 2014 un fisico e musicista italiano (Domenico Vicinanza del Géant) ha tradotto in musica i dati raccolti dalle sonde Voyager. Il brano è su SoundCloud, una sorta di duetto spaziale tra le due navicelle.
Mi tornano in mente le parole di Albert Einstein: «Io penso spesso in musica…Vedo la mia vita in termini musicali» e di Platone: «La musica e l’astronomia sono scienze sorelle».