LA Realtà aumentata


Ci metti la Faccia?

In queste ultime settimane è diventata virale la notizia relativa ad una App da scaricare sul proprio smartphone, in gradi di mostrarci che aspetto avremo fra qualche anno.

L'applicazione si chiama Face App ed è diventata famosa per le gravi accuse di violazione della privacy sollevate perfino dal Congresso americano.

Non è la prima volta che un'applicazione di “morphing”, la particolare tecnologia che permette di modificare a piacimento l'immagine di una persona, fa parlare di sé. Non dimentichiamo che la famosa piattaforma SnapChat si basa proprio su questa logica. Così come Instagram ha avuto un enorme successo proprio perchè basata essenzialmente sulla pubblicazione di immagini. Ma perché allora Face App sta sollevando in modo unanime questioni di privacy, discusse dagli esperti da almeno vent'anni? Ne parla in modo molto esauriente il Washington Post di qualche giorno fa.

Mentre SnapChat garantisce all'utente che le immagini verranno cancellate nell'arco di pochi minuti ed Instagram ha delle regole relative alla privacy chiare ed estremamente flessibili in base alla volontà dell'utente, Face App non si avvia nemmeno se non gli si accorda un permesso irrevocabile di utilizzo illimitato dell'immagine caricata, anzi delle immagini, perchè l'applicazione made in Russia, si arroga il diritto di accedere a tutta la propria raccolta di immagini depositate nel telefonino...

Ovviamente l'azienda con sede a San Pietroburgo in questi giorni è corsa ai ripari cercando di “interpretare” in modo più leggero le norme sulla privacy, affermando di cancellare “la maggior parte” delle immagini nell'arco di 48 ore e di utilizzare server con sede negli USA... 

Una cosa è certa: sono più di 80 milioni i volti che gli utenti hanno “regalato” più o meno inconsapevolmente a Face App dal 2017, anno del suo lancio. 

Secondo il Washington Post, sono tre i motivi che hanno scatenato l'ira degli utenti perlomeno sul mercato americano. Il primo fattore è la sempre più crescente avversione verso applicazioni di origine russa o cinese: la cyberwar è ormai un fenomeno reale e le persone si rendono conto di essere parte di questa disputa. Il secondo motivo è l'aspetto legato alla privacy. A differenza dell'Europa, gli Stati Uniti hanno un approccio molto più flessibile con le questioni di privacy, ma nel caso di Face App perfino il poco attento utente americano si è accorto che si era superato il limite. Il terzo motivo è la crescente potenza con cui l'Intelligenza Artificiale è in grado di elaborare, riconoscere ed utilizzare per gli scopi più impensabili l'immagine del nostro volto.

E sono proprio i sospetti sull'utilizzo delle “facce” da parte dell'app russa che hanno fatto scatenare le proteste degli utenti. In Europa ed in Italia dove gli utenti sono molto più sensibili alle questioni di privacy ovviamente il fenomeno Face App ha destato ancora più scalpore.

Ma chi è il potenziale utente dell'applicazione? Siete proprio voi, amici lettori della Generazione Z e Y!! Per quale motivo un cinquantenne dovrebbe preoccuparsi di come sarà a 75 anni? 

Sicuramente questa app sfrutta la curiosità dei giovani e l'impulsività nell'utilizzo, per vedere con gli amici “l'effetto” invecchiamento: per quale motivo, leggere le noiose norme sulla privacy, quando con pochi colpetti sullo smartphone posso ottenere il risultato desiderato?

Le immagini caricate non si cancellano con l'eliminazione dell'app dal proprio device, anzi la stessa società dichiara che le immagini possono essere cancellate solo su espressa richiesta dell'utente, ma ci va un po' di tempo, è un lavoro lungo...

Cara Gen Z, quando un'azienda composta perlopiù da ingegneri informatici vi dice che è “difficile” cancellare le immagini da un database, cominciate a dubitare, fortemente. E cominciate a preoccuparvi dell'uso che verrà fatto del vostro volto e della vostra identità, magari fra qualche anno con incroci di dati impensabili ad oggi.

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