IL Digitale


Supermercati digitali

Walmart e’ il gigante della grande distribuzione americana, impiega circa 1.5 milioni di statunitensi ed altri 700.000 dipendenti nel resto del mondo.

Da sempre focalizzata nel garantire il prezzo piu’ basso possibile ai propri clienti, ha dovuto intraprendere la strada della digitalizzazione per reggere l’onda d’urto di Amazon e del commercio elettronico.

In questi ultimi due anni Walmart ha installato una quantita’ importante di telecamere in oltre mille supermercati, per controllare automaticamente i propri dipendenti e fermare i furbi o distratti che cercano di prendere qualcosa senza pagarlo. La telecamera in teoria dovrebbe mirare alla cassa e non riprendere i volti delle persone, ma verificarlo non e’ possibile e la fiducia che poniamo in quest’azienda e nei suoi robot intelligenti lo rende (quasi) superfluo. 

Negli USA i supermercati perdono circa 48 miliardi di dollari l’anno tra omissioni e furti, ed anche se Walmart non conferma il dato preciso, sono molto contenti del ritorno nell’investimento in telecamere ed intelligenza artificiale. Questo porta ad una riflessione sulla differenza fra i due concorrenti: mentre Amazon usa intelligenza artificiale, telecamere e robot per automatizzare la vendita e fare a meno di personale, Walmart usa la stessa tecnologia per aumetare la produttivita’ dei dipendenti. Da un paio di mesi i loro supermercati digitali usano l’intelligenza artificiale per aumentare la rotazione di magazzino delle merci, ed alcuni robot per aiutare nella pulizia e trasporto merci, con il personale che spende piu’ tempo nel rapporto con i clienti. 

Nel piu’ ampio dibattito sull’effetto occupazionale dell’automazione, questo esempio dalla grande distribuzione e’ interessante. Un azienda puo’ indirizzare la propria strategia digitale alla sostituzione del personale, oppure all’aumento della sua produttivita’. Le performance di Walmart portano a pensare che questa seconda strada sia vantaggiosa, perche’ consente alle persone di fare quello che ai robot riesce ancora difficile, ovvero interagire, sorridere, aiutare un cliente con simpatia. 

In ultima analisi l’aumento di produttivita’ e’ un vantaggio migliore rispetto alla riduzione dei costi del personale, perche’ consente all’azienda di migliorare il rapporto con i clienti che torneranno a spendere di piu’. E questo a sua volta consente la crescita di profili professionali piu’ incentivati alla vendita, ed in ultima analisi con stipendi migliori di quelli passati. 

Coi suoi $9 milioni di paga oraria, Jeff Bezos stabilisce un obiettivo sfidante per i dipendenti Amazon a salario minimo, che dovrebbero lavorare 24 ore al giorno per 70 anni per raggiungerlo. Ma nei supermercati digitali la speranza e’ sempre l’ultima a morire, ed anche Amazon continua ad assumere nuovi dipendenti. Tra Amazon e Walmart, in USA abbiamo un dipendente di supermercato ogni 150 consumatori, chissa’ dove arriveremo.

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In questo numero hanno scritto:

Samuele Allavena (Castel Vittorio): ristoratore
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Marinella Doriguzzi Bozzo (Torino): da manager di multinazionali allo scrivere per igiene mentale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico
Alessio Romano (Torino): millenial
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro