IL Digitale


Fog Reveal, spione digitale

In questa rubrica abbiamo visto cosa possono fare gli spioni digitali, quanto riescono a scoprire di noi utilizzando dati pubblici: se un liceale riesce a tracciare l’aereo di Elon Musk, figurati cosa possono far veri farabutti con noi.

Fog Reveal e’ l’ultimo caso di applicazione venduta senza remore, tanto ai dipartimenti di polizia ad aziende quasi oneste, quantio a personaggi senza scrupoli.

Raccomando questo articolo da cui potete scaricare il manuale d’uso di questo strumento nefasto per entrare nei dettagli. Fog Reveal raccoglie tutti i dati catturati dalle app che utilizziamo normalmente, a partire ovviamente da Google che traccia i nostri movimenti e contatti. Questa vendemmia di dati è facile, gratuita ed invisibile, perché ogni sviluppatore di applicazioni ha convenienza nel barattare le informazioni degli utenti con altri servizi, e guadagna lautamente quando riesce a venderle chi fa ricerche di mercato. Pacifico che quando scarichiamo una app ci sfugga l’importanza delle clausole di accettazione all’uso dei dati: scritte in carattere minuscolo ed in legalese oscuro, pochissimi tra noi rifiutano l’assenso.

Avevo già spiegato come comprando da una catena di cosmetici, i dati dei nostri acquisti vengano poi rivenduti a tante altre aziende, e sia quindi facile profilare ognuno di noi in base alle transazioni di commercio elettronico, posti che visitiamo ed acquisti che facciamo, ben oltre i cosmetici. Fog Reveal è molto peggio: da un lato è controllato da un’accozzaglia di società semi-anonime di cui poco si capisce, dall’altro è stato dato a moltissimi dipartimenti di polizia americana che lo usano per rintracciare la gente senza l’adeguato mandato del giudice, dall’altro geolocalizza e quindi consente di intercettare tantissime persone che non sospettano di essere spiate.

In pratica con Fog Reveal possiamo circoscrivere un’area attorno ad un centro commerciale o una scuola, e poi tracciare quello che fanno tutti i possessori di smartphone che passano li, e per 90 giorni: dove vanno, cosa comprano, chi incontrano ad ogni ora del giorno e della notte. Se non è invasione della privacy questa, non so cosa lo sia. Il compianto John McAfee cambiava il cellulare personale ogni settimana, distruggendo il precedente: soluzione costosa e scomoda, credo pochi lo imitino, ma da’ un’idea di cosa serva fare per sfuggire al grande fratello.

Mediamente le app che scarichiamo sul cellulare cessiamo di usarle entro l’anno. Se posso dare un consiglio, provate ad eliminare quelle inutili, cambiate i settaggi in modo da non dare informazioni a terze parti ed usate i social media per dare idee sbagliate di voi. Postate foto di paesaggi nel momento in cui siete da un'altra parte, dite che vi piace un prodotto quando fa veramente schifo, mentite spudoratamente a tutte le ricerche di mercato cui non avete chiesto di partecipare, e specialmente mentite su chi sono i vostri amici e parenti. Ognuna di queste azioni, fatta da sola, non riesce a sviare molto, ma se le fate di concerto, pensando di essere degli attori ed attrici in altri panni, riuscite a sfuggire abbastanza.

E per quanto riguarda i controlli della polizia, quando ci dicono che se non abbiamo nulla da nascondere non dobbiamo aver paura di essere tracciati (concetto diffuso durante il nazismo), rispondiamogli che equivale a non preoccuparsi del diritto di parola perché non s’ha nulla da dire: totalitarismo in purezza. Se ve lo dicono, scappate.


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