Si avvicinano con le braccia incrociate e chiedono con tono sospetto: “Scusate signori, cosa siete venuti a fare qui?”. Intervengo io: “Bambini tanto tempo fa il Comune ha sbagliato a tracciare i confini di questo prato e adesso dobbiamo restituire un pezzetto di terra, questi signori mi stanno aiutando a capire quanta parte dobbiamo togliere.” Momento di silenzio. Esordisce Umberto, 6 anni: “Sbagliato? Cosa vuol dire sbagliato? Se hanno sbagliato li perdoniamo e basta. Si porta mica via la terra ai bambini!” Inizia una discussione fra loro con moltissime domande per capire sia il funzionamento degli strumenti tecnici portati che la possibilità di valutare opzioni diverse. Si raduna una piccola folla, cercano sedie poste a semi cerchio intorno al treppiede. Le frasi fra loro sono: Edoardo 6 anni: “Vedi questi signori sono venuti a segnare un terreno che il Comune ha sbagliato a darci e adesso se lo riprendono, ma siamo matti?” – Samuele, 6 anni: “A me non mi sembra una cosa molto bella che portano via la terra ai bambini” –Libero, 6 anni: “Ma secondo voi possiamo fare una protesta e dirgli che non siamo d’accordo?” – “Maestra possiamo fare una protesta?” – “No bambini, non cambierà nulla” – Achille, 6 anni: “Vabbè allora vuol dire che ci dobbiamo rassegnare … Signore ma ne prendete tanta o ce ne lasciate ancora un po’? Perché noi qui dobbiamo giocare e di spazio ce ne serve tanto”.