La stessa parola pero’ si usa per indicare il “capo”, come il caposala di un ristorante, che ha sempre da gestire una dinamica complessa, ma puo’ farlo secondo delle ricette e poca empatia. E quando leggete ricette, pensate robot.
I robot sono gia’ comparsi come aiuto cuochi e camerieri nei ristoranti, da quello che prepara impasti o cuoce hamburger a quelli che silenziosi e sinistri ti portano il sushi al tavolo. Ora i sistemi di visione ed intelligenza artificiale consentono un nuovo livello di automazione, il RoboManager di sala.
Nell’esempio riportato da Wired di recente (https://www.wired.com/story/outback-steakhouse-presto-vision-surveillance/) l’intelligenza artificiale consente di velocizzare la rotazione dei tavoli, in modo da aumentare il numero di coperti venduti dal ristorante ogni sera. Quello che fino a ieri era frutto di esperienza ed intuito del caposala, che mentalmente calcola entro quanto tempo ogni tavolo si libera, oggi passa ad un insieme di telecamere ed algoritmi che fan trottare i camerieri.
La cosa non e’ nuovissima: da un paio d’anni anni i magazzinieri americani vengono controllati per ottimizzare i percorsi ed anche ridurre le pause biologiche e chiacchiericce. Raccomando anche questo di Vox, https://www.vox.com/recode/2019/10/22/20925894/robots-warehouse-jobs-automation-replace-workers-amazon-report-university-illinois per approfondire. Il confine tra miglioramento del servizio al cliente e lo sfruttamento dei camerieri e’ sottile quanto un powerpoint, quello usato dall’ufficio pubbliche relazioni dell’azienda in questione.
Ovviamente in alcuni paesi l’impianto legislativo, con protezione del controllo remoto dei lavoratori e della privacy degli stessi e dei clienti, aiuta ad usare la tecnologia in modo corretto. In altre nazioni dove questa protezione non esista, o dove il mondo politico la vada a smantellare per attrarre investimenti stranieri, si trovano forti sintomi di CEO Capitalism. In prossime puntate di Zafferano.News faremo delle riflessioni sull’importanza dell’etica nel corretto impiego dell’innovazione digitale.