IL Digitale


L’avvento del cyborg

Cyborg è la parola che sentiamo spesso nei film di fantascienza, dove cattivoni mezzi uomini e mezzi robot seminano panico fino alla sconfitta finale da parte dell’immancabile eroe che e’ 100% umano e normalmente maschio, bianco e credente.

La realtà è più tranquilla, e da anni la medicina produce importanti innovazioni in termini di impianti meccanici ed elettrici per sopperire mancanze di arti o altre patologie e condizioni croniche. Da tempo si vede un notevole miglioramento per chi ha perso uno o più arti, per chi ha problemi di vista, udito o digestione: pazienti che riescono a condurre una vita agevole con questi strumenti.

La crescita della stampa 3D, ovvero lo sviluppo di nuovi composti chimici che per costo, funzionalità e forma consentono di produrre femori, vertebre e tessuti molli in grado di essere impiantati senza grossi rischi di rigetto, impressionante. Qui in USA aumenta il numero di quarantenni che si fanno una protesi d’anca o un ginocchio nuovo per correre meglio la maratona, contenti loro.

Dalla medicina clinica stiamo quindi passando a quella “plastica”, intesa come migliorativa delle performance in assenza di quadro patologico che renda necessario l’intervento. E se con la stampa 3D possiamo sostituire buona parte dei nostri componenti meccanici ed idraulici, l’elettronica ci consente di migliorare sensi e reazioni in modalità impensabili fino a poco fa.

I prezzi stanno diventando popolari, con persone di mezz’età che corrono le maratone ed i ricchi alla ricerca dell’immortalità in un processo di sostituzione periodico di parti del corpo. Tutto questo ovviamente è manna dal cielo per le aziende della digitalhealthcare, che possono promuovere soluzioni innovative a scapito di diete e regimi di vita che pure allungherebbero la vita, ma senza i guadagni che cercano gli stakeholder.

Per i Gen X che si avvicinano all’Università ed al mondo del lavoro credo che questo campo sia ricco di possibilità professionali e di ricerca. L’avatar, ovvero la digitalizzazione dell’essere umano, è quasi completa. Al cyborg manca ancora la sofisticazione del metabolismo e di alcuni sistemi del corpo umano, ma il traguardo non è fantascienza. Magari tra qualche anno non servirà nemmeno più andare a scuola: scaricheremo le memorie di nozioni, comportamenti e capacità direttamente nel pupo, che a quel punto non conoscerà la fatica degli studi.

Ovviamente le élite si occuperanno anche del sistema di controllo delle masse. Quelle telecamere con intelligenza artificiale che oggi controllano accesso ed attenzione degli studenti cinesi, fossero mai collegabili al cervello umano controllerebbero i cyborg.

Meglio prendere le redini del Vostro futuro. 

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In questo numero hanno scritto:

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Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
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Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
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