Deriverà forse dalla locuzione “versare lacrime di coccodrillo?” Immagino di sì, infatti è regola parlare bene del morto, ma per alcuni si eccede senza ritegno, rendendoli ridicoli.
Noi di Zafferano.news abbiamo fatto una scelta radicale, partendo dal principio che nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Il nostro sarà un autococcodrillo e uscirà lei/lui viventi.
Quindi i nostri abbonati-lettori, tutti rigorosamente non celebri ma perbene, si scriveranno loro stessi il loro “coccodrillo”. E Zafferano.news lo pubblicherà tal quale, chi vuole con il proprio nome, chi con le proprie sigle, l'anno di nascita, con un solo vincolo: non più di 1.500 battute.
Inviateli a editore@grantorinolibri.it
Venne al mondo da una ragazzina ribelle che gli trasmise la gioia di vivere. Il suo primo amore furono i Clash e da qui ebbe inizio la sua London Calling nel mondo creativo anglosassone.
Se lo avete conosciuto saprete che portava con sé un raggio di allegria ovunque fosse e una rara energia che era sua prerogativa.
“Fin qui, tutto bene.”
F.L. 1965
Achille Cusani ci ha lasciato o come diceva lui, si è “trasferito al piano di sopra”. Diceva anche di essere stato un uomo fortunatissimo, benché, apparentemente, non sembrasse così: aveva perso tutto il suo denaro, la moglie lo aveva lasciato ed era andato a vivere lontano dalla persona che più amava al mondo, suo figlio. A guardar bene, però, il disastro della sua vita non aveva fatto vacillare la sua Fede, che, anzi, ne era riuscita rafforzata, l’improvvisa povertà gli aveva svelato la vera natura dell'amicizia e la distruzione della famiglia gli aveva spalancato un mondo diverso, più ampio, in cui dedicarsi agli altri, meno fortunati di lui. Negli incontri con suo figlio, poi, scoprì quanto sia superiore la qualità alla quantità. Alla fine, quindi, va detto che aveva ragione lui: è stato davvero molto fortunato.
Molti, come noi, lo ricorderanno a lungo con affetto e sorrideranno, leggendo sulla sua tomba l’iscrizione che lui stesso ha dettato: ragazzi, ne valeva la pena!
Achille Cusani 1942
In gioventù si dimostrò invidioso di coetanei ruffiani e lacchè. Ben presto capì che si trattava di “dote” naturale che egli non possedeva e che mai avrebbe acquisito. Dopo anni di indifferenza verso costoro, in età adulta arrivò a disprezzare il genere.
Desiderò, senza mai raggiungerla, la ricchezza che consente indipendenza finanziaria. Non per acquistare dimore lussuose, men che meno per possedere auto potenti, bensì per diventare un uomo libero, completamente! Impulsivo domato dagli anni, antipatico per alcuni..ma sempre ironico, apota, mai banale. Rivoluzionario nel cuore e nella mente..ma non nella pratica per dovere di preservare per sè e per i suoi cari quel poco che aveva ( un tetto ed un lavoro dignitoso). Sempre dubitò sull’esistenza di un’aldilà..ma, se ci fosse, “ vorrei vedere le lucciole e sentire il profumo del fieno nei prati di campagna della mia infanzia”.
L.B. 1973