Si erano sicuramente preparati bene, non certo su Wikipedia, ma su libri ed articoli accademici che mi han fatto vedere. Impressionante che volessero trattare questo tema in un italiano ancora approssimativo, ottimo per fare i turisti nel nostro paese, ma lacunoso per riflessioni più importanti.
Avreste dovuto vedere quando gli ho raccontato di esser cresciuto a Porta Palazzo, quartiere da sempre popolare e crocevia di migranti di Torino, di aver avuto maestre comuniste che ci portavano agli scioperi. Come, sei cresciuto comunista? Non solo, ho imparato i rudimenti del basket dal rappresentante dei giovani comunisti di quartiere, che anni dopo arrivò al vertice della politica italiana, oltre che diventare anche sindaco della mia città. Erano stupefatti, loro che hanno studiato gli scritti di Marx ed Engels, cresciuti nel culto che i comunisti fan la fame, o mangiano i bambini, e sono il male assoluto.
Allora ho corretto il tiro, gli ho spiegato che avevamo anche maestre molto cattoliche e severe, che giravano gli anelli prima di mollare una sberla, o strofinavano il gessetto sui denti del chiacchierone di turno. Che si, il giovane rappresentante era comunista, ma studiava al liceo bene dei Gesuiti, e che le altre maestre avevano mariti che ogni mattina prima dell’alba andavano a lavorare in fabbrica, o a scaricare cassette di verdura al mercato. Che si, andavamo agli scioperi, ma ogni giorno andavamo a giocare all’oratorio, ed alla domenica a servir Messa, dove ritrovavamo anche le maestre comuniste.
Gli studenti prendono nota, confusi: com’è possibile crescere comunisti ed andare in chiesa? Come si concilia Marx con Gesù? Avrei potuto buttarla in caciara, con lo stereotipo degli italiani che fan sempre a modo loro, non rispettano le regole, mischiano sacro con profano. Invece no, ho aperto YouTube e li ho intrattenuti con “Il compagno Don Camillo”, del 1965. Dovreste aver visto la loro faccia negli ultimi minuti del film, quando Peppone travestito da prete si imbarca con Don Camillo per l’America, portando il Manifesto del Partito Comunista al posto del breviario.
Non so che voto prenderanno da questa ricerca di gruppo sui nostri anni di piombo, ma dubito che i loro insegnanti si sarebbero aspettati un’intervista ed un film come questi. Sono molto contento che abbiano rivisto alcune loro ipotesi booleane, con i cattivi da una parte ed i buoni dall’altra, e che riflettano su nostri politici americani da ZTL, che per il popolo non fanno mai nulla, ma stan sempre saldi sulla loro poltrona.
I ragazzi sono arrivati da me con tante sicurezze, son ripartiti con molti dubbi, ma non mi dispiace affatto: studiare significa rivedere e spesso cambiare le ipotesi, ed il film li ha messi veramente di buon’umore. Erano confusi, ma contenti. Se poi mi crescessero diversi dalle loro famose colleghe di Wellesley, ancora meglio.