Solo dieci mesi fa lui, seguito dai sindaci di Boston, Chicago ed altre città dem nel nord del paese, ci intortava dicendo che la grande mela non rifiuta nessuno: tutti benvenuti. Questa città è un santuario, e si oppone a quei demoniaci repubblicani bianchi del sud che non accolgono i migranti illegali. Bene, i governatori di Texas e Florida hanno messo i migranti sui bus e ce li han spediti, in modo che li potessimo accogliere con quel senso di fratellanza gioiosa che ci contraddistingue, quando il problema è a casa d’altri. Come ha fatto Adams a fare questa inversione a U adesso?
A NYC ad oggi sono arrivati 110.000 migranti, al ritmo di 3.000 a settimana, e man mano che passavano i mesi, la grande mela non ha trovato più neanche un buco per un bruco. I migranti sono in hotel requisiti dall’amministrazione, mentre barboni e poveracci storici restano sotto i ponti o in strutture ben peggiori di un albergo. I 20.000 ragazzini vengono distribuiti nelle scuole pubbliche, ma senza vaccinazioni, senza parlar inglese, e con l’aspettativa di imparare nella propria lingua madre (per cui son stati assunti insegnanti di lingue e mediatori culturali), siamo al caos. $12 miliardi il costo per la città che adesso, come Boston e Chicago, starnazza per avere l’aiuto federale dalla Casa Bianca: finora ha ottenuto solo ringraziamenti da Biden.
Quando Trump aveva eretto barricate con filo spinato, incarcerato famiglie e diviso adulti da bambini, era stato giustamente criticato per la mancanza di umanità nel gestire questo problema. Biden ha promesso miracoli, ha fatto cambiare la definizione da “immigrato illegale” a “non-cittadino non-documentato”, ma il nome nuovo non cambia la sostanza. Se passi il confine illegalmente, commetti un reato: se ti porti i pupi appresso, ne fai un altro. Se vieni a casa mia dicendo che sei ospite, dopo tre giorni puzzi.
In America abbiamo 11 milioni di immigrati illegali, e ne rispediamo a casa solo 72.000 all’anno, un nulla. Oltre a loro abbiamo anche 1.6 milioni di rifugiati, la cui qualifica richiede mesi di procedure legali prima di essere trasformata in un permesso di residenza e lavoro, e riusciamo ad accoglierne solo 24.000 a fronte di 60.000 rifiutati. Sia con gli illegali, sia con i rifugiati, non stiamo minimamente dietro al numero di ingressi nel nostro paese, prima o poi scoppiamo. Uno dei tanti motivi per cui gli stipendi dei nostri operai ed agricoltori non aumentano, è che buona parte di quei milioni di immigrati lavora in nero a condizioni tipiche del costruttore di piramidi egiziane: schiavi. Che fare?
È bello vedere Senatori e Governatori democratici che scendono dal piedistallo della loro morale da oratorio, ed ora chiedono a Biden di chiudere le frontiere. Le città santuario sono diventate dei Purgatori in terra, con sempre più cittadini che pensano a farsi giustizia da sé, in un paese con 454 milioni di armi da fuoco registrate ufficialmente. Anche le richieste di tagliare i budget della Polizia son tornati indietro come boomerang sulla testa di politici poco accorti.
Il tema resta caldo per le prossime elezioni, ma il nocciolo è che l’unica soluzione efficace è troppo politicamente scorretta per esser anche solo ipotizzata. Pensare di rifare quello che fece Trump è un anatema: compreremo del deodorante per gli ospiti e faremo passare la puzza. Speriamo almeno che le idee woke vengano sotterrate per sempre.