Notizie dagli USA


Le grane di Biden

Il Presidente ha dovuto lasciare il vertice G7 in anticipo, per tornare a Washington ed assicurarsi che Repubblicani e Democratici non esagerino nel teatrino che è la rinegoziazione del debito. A $31 mila miliardi e fischia, il default del nostro debito asfalterebbe l’economia occidentale, evento impensabile adesso che Biden deve far vedere che è più forte, tanto di Putin, quanto di Xi.

Kevin McCarthy, avversario repubblicano in questa negoziazione, ha poco da perdere e tutto da guadagnare, quindi tira la corda. La sua richiesta appare una di buon senso: limitare la spesa pubblica a quella di quest’anno ed evitare di spender di più, e questo motivato dall’inflazione e dal danno combinato di tassi d’interesse e sanzioni multiple. Ma Biden ha bisogno di aumentare la spesa, perché le grane abbondano, e se vuole restare Presidente deve metter mano al portafoglio: quello di noi contribuenti.

Primo guaio, la situazione economica dei neri: a Seattle la famiglia di colore media guadagna $23.000 all’anno, la famiglia bianca $456.000. È il divario peggiore, a livello americano la famiglia nera prende $24.100 e quella bianca $188.200: una disparità devastante. Questa differenza si ripercuote nell’accesso alla sanità ed all’educazione, allontanando la probabilità di avvicinamento tra neri e bianchi. Non è un caso che il comune di San Francisco pensi di donare milioni di dollari ai residenti neri, così, giusto per un concetto woke di eguaglianza sulle spalle dei contribuenti. Biden deve sganciare.

Altra grana è l’immigrazione illegale, specie dal confine tra Messico e Texas. Con la fine della scusa del Covid, Biden è stato costretto a riprendere lo stesso approccio militare del cattivissimo Trump, e ciononostante il governatore locale sta spendendo bus di immigrati illegali verso New York, Chicago ed altre città col sindaco nero, mettendoli in forte imbarazzo. Inizialmente il sindaco di NYC aveva promesso ospitalità incondizionata, ora col numero di risorse che deve gestire, chiede soldi al Presidente.

Poi c’è Robert Kennedy Jnr. che, criticando le sanzioni ed i soldi spesi per l’Ucraina, ha pensato bene di candidarsi tra le fila dei democratici per contendere il posto alle prossime presidenziali. Il partito Democratico è pronto a far carte false, come già fece nel caso di Bernie Sanders contro Hilary Clinton, ed esclude addirittura di organizzare le primarie. O si vota Biden o si salta la finestra, solita minestra. Questo fa buon gioco ai Repubblicani, che tacciano il Presidente di essere un dittatore, come quelli che lui dice di voler combattere in giro per il mondo.

Ed infine l’Ucraina, dove finora ha portato a casa tanti risultati importanti ma gli manca la vittoria finale, ed anche un pareggio sarebbe a tutti gli effetti una sconfitta. Biden potrebbe essere il primo Presidente americano a perdere una guerra contro i russi: evento improbabile, ma se non sloggia Putin dal Cremlino ed i suoi soldati dai territori invasi velocemente, avrà problemi a giustificarsi. È vero che abbiamo perso pochissimi americani in questa guerra, ma la quantità di capitali ed armi inviate è pazzesca, ed i contribuenti vogliono la vittoria per KO, altrimenti votano Trump.

Allora, a quest’età avanzata, con quei Ray-Ban sempre sugli occhi ed il sorriso smagliante, i nipoti ormai cresciuti, tutte queste grane da rimediare: ma chi glielo fa fare di ricandidarsi?


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro