Notizie dagli USA


Angela e Victoria

Angela Merkel nei giorni scorsi ha fatto delle dichiarazioni quantomeno imprudenti: gli accordi di Minsk servivano solo a prender tempo, a fare in modo che l’Ucraina potesse armarsi, ma non erano mai intesi per trovare un accordo pacifico con la Russia. 

Lei, che nel 2014 pareva la paladina degli interessi europei e che pubblicamente aveva condannato Victoria Nuland per le sue uscite volgari (un ricordo qui), oggi ci dice che era tutto teatro, messinscena, falso. Ha preso in giro Putin ed il mondo intero.

Perché questa confessione tardiva, ora che la frittata è fatta? Deve ripulirsi la coscienza, vuole un Nobel per la Pace, magari vuol togliersi i sassolini dalle scarpe?

La narrativa dell’invasore Putin è centrata sugli accordi Minsk, sul fatto che l’Ucraina non li ha rispettati nonostante averli concordati con Francia e Germania al tavolo, nonostante la garanzia di Merkel, la donna più potente in Europa. Adesso Vladimir ha gioco facile a dire che non ci si può fidar di nessuno, manco dei tedeschi, nemmeno di Angela, con cui ha sempre parlato in tedesco.

La negoziazione, strumento pacifico per risolvere il conflitto, si basa sul rispetto di pochissime regole, sulla reciprocità. Si usano termini riconosciuti da tutti, come “ultima e miglior offerta” per dire che oltre a quello sconto non ci vai e salta il contratto, si fanno dei piccoli passi per stabilire un minimo rapporto di fiducia. Se freghi la controparte, e specialmente se la sputtani per esser stata tonta abbastanza da farsi fregare, che siano sputi, schiaffi o missili, qualcosa è giusto che ti torni sui denti. Giusto nel senso di logico, non necessariamente etico e sicuramente non legale, ma la reciprocità è anche quello: se menti, poi ti torna con gli interessi.

Con questa confessione Angela Merkel raggiunge Victoria Nuland nell’Olimpo dei guerrafondai, perché rende ancora più improbabile trovare un accordo adesso. Biden continua a mandare armi sempre più sofisticate, autorizza Zelenski ad attaccare il territorio russo, e manda a stendere i suoi stessi generali che gli chiedono di sedersi al tavolo negoziale. Evidente l’assenza dell’Europa, che solo ora si rende conto della fregatura presa da USA e da tutti i paesi che hanno rinunciato alle sanzioni, chi potrebbe mai convincere entrambe i contendenti a smettere di sparare?

Zelenski continua sulla sua scommessa: cacciare i russi da tutti i territori ucraini, costi quel che costi, e solo dopo sedersi al tavolo. Forse ha ragione nel pensare che ancora una o due sconfitte pesanti possano far saltare lo Zar dal suo trono, e che un cambio di regime a Mosca sia il modo più rapido per ripristinare la pace. E Putin?

Dopo vent’anni da dittatore, siamo sicuri che non scali ancora la violenza dei suoi attacchi? Perché mai dovrebbe rinunciare all’atomica se pensa che tutto vada a rotoli per lui? Per l’Ucraina si prospettano giorni, settimane, forse mesi di ulteriori violenze: vielen dank (grazie) Angela.


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Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop