Notizie dagli USA


Il cerino in mano al presidente

Passano le settimane e Biden non riesce a far breccia con la firma delle due iniziative cui in America crediamo tanto: mille miliardi per rifare ponti, autostrade, ferrovie, elettrodotti e gasdotti, e ben tremila miliardi e passa per una quantità di altre iniziative eco-sostenibili, woke e proto-sociali. I Repubblicani gli han pure dato una mano per evitare il blocco dell’apparato statale al raggiungimento della cifra record di ventiquattro mila miliardi di debito pubblico, ma i Dem sono incarogniti l’un con l’altro e queste...

... due leggi su cui lui tanto si era speso, son bloccate. Tafazzi.

La politicizzazione del dibattito sul Covid ci ha retrocessi a peggior paese, tra i ricchi, in quanto a vaccinazioni, ed i 2.000 morti quotidiani non fanno più notizia. Covid ha preso il secondo posto, dopo le malattie cardiache e prima dei tumori, come causa di morte nel nostro paese. A giugno avevamo il 50% dei vaccinati quando Canada e Giappone erano al 3%, ora noi siamo ancora al 58% quando loro son sul 70%, come voi che leggete. Nella battaglia elettorale contro Trump aveva promesso la rapida vittoria sul virus, e fino al 4 di luglio ci abbiamo creduto; ora sembra un altro Afganistan.

Anche il rapporto con la Cina si complica. Da un lato CNN prova a dirci che dovremmo riempir Taiwan di missili e dollari per difendersi dal vicino di casa prepotente, dall’altro la bilancia commerciale parla di un cappotto economico nei nostri confronti. Scaffali vuoti perché i prodotti cinesi sono in rada di fronte ai nostri porti ed aziende USA che continuano ad investire a Pechino. Tesla in undici mesi ha costruito la fabbrica ed iniziato a sfornar auto vendute come il pane. Per far lo stesso a Berlino è indietro di due anni e per farlo in California ha perso tempo. Buy American funziona se puoi Make in America, ma se non ti sbrighi a costruire fabbriche e catene logistiche, gli imprenditori vanno in Cina e sono accolti bene.

Per noi Italiani questo è un momento d’oro in America: inventiva e capacità di produrre, dall’industria dell’automazione e robotica a quella di macchinari, tecnologie digitali ed anche cantieristica sono benvenute. A Boston 42N (qui) sta aiutando aziende del digitale, biomedicale ed elettronica a trovar uno sbarco ed anche investitori in America. Qui abbiamo più soldi che aziende, grazie alle politiche di supporto dell’amministrazione corrente e di quella precedente. Anche i produttori tipici del Made in Italy hanno successo a scavalcare concorrenti (es. francesi) che di recente han fatto passi falsi con Biden, e quando gli scaffali son vuoti, il commercio può crescere bene.

Vediamo le prossime mosse del presidente. Con la Cina ha appena concluso un accordo pluriannuale per la vendita dello shale gas, ma ora deve arrivare a Natale con meno morti di virus e gli scaffali pieni per far girare l’economia. Se non ci riesce, gli resta il cerino in mano.


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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro