Il 2020, un anno insipido per l’Occidente

Il 2020 è stato un anno insipido per l’Occidente. Per dirla con Giacomo Leopardi “il presente è piccolo e insipido per natura a tutti gli uomini”. La Treccani lo liquida così: “Insipido, di cosa detta o fatta senza vivacità di intelligenza, d’immaginazione e di spirito, scialba...”. E ancora: “Di persona priva di personalità o di caratteri individuali che le conferiscano un’attrattiva”.

"Le mafie ci copiano ma non vogliono pagarci le royalties: per questo le odio"

Continua l'intervista di Zafferano al Signor CEO. Ecco la domanda di questa settimana:

Le confesso che non ho mai capito perché Lei sia così violentemente contro le varie mafie. Si dice che fosse amico di Giovanni Falcone. Se non si offende Lei ha molto del mafioso colto, così come i suoi colleghi di Silicon Valley e di Wall Street, per non parlare della mafia cinese dei gerarchi del suo amico Xi. Perché è così feroce con le mafie? Mi ricorda Gratteri.

Siamo tutti nella fogna ma io voglio guardare le stelle

“Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano le stelle”. Quando, 15 anni fa, cessai di scambiare il mio lavoro con quattrini altrui, e cominciai a concepire il mio futuro come parziale restituzione, assunsi questa frase di Oscar Wilde, come una delle sintesi di vita. Essendo del mestiere, avevo capito subito che...

Alle élite politiche, economiche, culturali e religiose la situazione è sfuggita di mano

Osservo come questo governo gestisce il post “Virus”, ascolto il linguaggio contorto del Premier, tento di decifrare il silenzio enigmatico del Presidente: mi pare ancien régime in purezza.

Il “Virus” è stato un terremoto inatteso scaraventatosi sul modello politico, economico, culturale (CEO capitalism) dominante da 30 anni. Ora scopro che le leadership non hanno una strategia per sciogliere il dilemma cibo vs. salute. Si limitano a ripetere il ritornello “dobbiamo contemperare la salute con l’economia” ma nel frattempo hanno preso decisioni basate...

Trump in maschera

In questo weekend di ottobre centinaia di milioni di cinesi, belli come il sole, sono in giro per il loro Paese: turisti spensierati. Il Covid non è più un problema, l’economia tira più di una coppia di buoi, le esportazioni sono ripartite verso quei Paesi che hanno aiutato la domanda mentre il loro leader Xi Jinping ha preferito aiutare l’offerta.  Xi adesso sorride, pensando al biondo avversario.

Dall’altra parte dell’oceano centinaia di milioni di americani, increduli, guardano un Trump spaventato e pallido che affronta cure sperimentali per uscir dal Covid. Non mancano menti agili come quelle di Michael Moore a suggerire che il contagio potrebbe essere un fake: Biden esce dai media, il Presidente tra due settimane rientra...

E pluribus unum: da molte emergenze una sola

Non vi sarà sfuggito che recentemente si stia cominciando ad unire la narrazione riguardo al Covid 19 a quella dell’ambientalismo. Le narrazioni, però, appartengono alla letteratura, non rappresentano la realtà che è sempre più complessa.

Qualcuno può forse negare la crisi economica della zona euro, il Covid19 o l’inquinamento del pianeta? Certamente no, ma partendo da una verità si possono narrare tante fake news, o peggio fake truth.

Siamo passati dall’emergenza economica...

Il politically correct sta precipitando nel pensiero unico

Ho l’età per appartenere a quelle persone (perbene) che tanti anni fa di fronte agli studenti che affermavano a voce alta “il sapere è l’arma di pressione di una società bianca, fallocratica, eterosessuale” hanno sorriso, scosso la testa, detto “son ragazzi”. Erano i nonni di quelli che oggi depositano un fiore sulle confezioni di carne nel banco frigo dei supermercati dandoci degli “assassini” (di vacche e di pecore, of course). E noi sorridiamo: “son ragazzi”. Ci è sfuggita allora, ci sfugge oggi, la pericolosità del politically correct e della sua evoluzione. Mi ha confidato un amico, professore universitario in USA (mi ha pregato di non citarlo!) che colà le Università...

Mancava solo il Signor CEO

La riflessione del Signor CEO, o del suo omologo e autobiografico intervistatore, sul numero 76 di Zafferano mi apre uno spiraglio. Finalmente, perché son tre settimane che non riesco a sintetizzare com’è questa ripartenza europea dopo l’estate del Corona. Bruxelles è ancora anestetizzata, almeno fino a fine ottobre. Tutti fan finta di nulla, ma le cifre, perfino quelle addomesticate che l’amministrazione belga somministra fin dall’inizio della pandemia, sono...