Vita d'artista


Trovare: questo è il problema

In giorni in cui tutto ha perduto di senso e l’unico valore certo nel mondo dell’arte è il "solito" desiderio di novità è ovvio che la ricerca e la sperimentazione siano l’oro dei nostri tempi, anche perché si tratta di materia sfuggente e difficilmente catalogabile. Se sperimenti una cosa, puoi sempre cambiare idea e sperimentarne un’altra. E’ in questo senso interessante fare un passo indietro e immergersi in quell'incredibile...

...momento storico definito come Avanguardia e leggere i pensieri di uno dei più fecondi artisti del Novecento, Pablo Picasso. Riporto un breve passo pubblicato su “The Arts”, pubblicato a New York nel 1923. E' la prima volta in cui Picasso si “confessa”.

Dice Picasso: “Mi riesce difficile capire l’importanza che viene data alla parola 'ricerca' nei riguardi della pittura moderna. Secondo me il ricercatore, in pittura, non significa nulla. Trovare: questo è il problema. Nessuno può essere interessato a seguire un uomo che con gli occhi fissi per terra passa la sua vita cercando il portafoglio che il caso può aver buttato sulla strada. Chi trova qualcosa, non importa cosa, anche se la sua intenzione non era di cercarla, suscita almeno la nostra curiosità, se non la nostra ammirazione. Sono stato accusato di commettere molti peccati: ma l’accusa più falsa è che io abbia, come principale obbiettivo del mio lavoro, lo spirito di ricerca. Quando io dipingo, il mio scopo è dimostrare quel che ho trovato e non quello che sto cercando. In arte le intenzioni non sono sufficienti e, come diciamo in Spagna, l’amore deve essere provato coi fatti non con gli argomenti. Conta quel che si fa, non quello che si ha intenzione di fare”.

Per lui, grandissimo sperimentatore, motivi differenti richiedono semplicemente differenti espressioni. Picasso critica in modo deciso il concetto di “ricerca artistica” ponendo il problema che la troppa elucubrazione mentale fa perdere l’artista, gli fa perdere la strada. E questo, a suo parere, è il principale errore dell’arte moderna. E, mi verrebbe da aggiungere, di elucubrazione in elucubrazione il trovare, alla fine, non conta più nulla.

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In questo numero hanno scritto:

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro