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Vaccini e mezze verità

Con l’insulto di Trump e le minacce violente di un suo collaboratore, l’FDA ha autorizzato l’uso in emergenza del vaccino Pfizer, e tutto fa credere che a breve siano autorizzati anche quello Moderna ed Oxford/Astrazeneca. L’approvazioe non è avvenuta all’unanimità, ed il comitato etico dell’FDA ha pure avuto da ridire sul fatto che la Pfizer abbia invitato il gruppo di controllo (quello che aveva ricevuto il placebo) a vaccinarsi. Già, se vaccini il gruppo di controllo, come faremo mai a sapere dell’importanza degli effetti collaterali?

I media sorvolano sul termine “in emergenza”, talvolta non pronunciandolo proprio, talvolta non spiegandone il significato. Chi ha un minuto per approfondire può leggerlo qui: la sostanza è che questa approvazione è data per scongiurare gli effetti peggiori del contagio. Piuttosto di schiattare di Covid, meglio prendere il vaccino, non c’è dubbio. Ma questo non significa che il vaccino sia riconosciuto come “sicuro”: non ci sono ancora dati sufficienti per dirlo e non ci saranno a lungo.

Questo è un grosso problema. Scontato che valga la pena vaccinare immunodepressi, anziani e persone di colore, che danno il 90% dei morti, è pure logico inoculare personale medico e d’emergenza, che però non sposta l’ago della popolazione immunizzata: si arriva a malapena al 40% degli americani.  Vi ricorderete che per sconfiggere il virus dobbiamo raggiungere il 75-80% di immunità, e che questa è data dal prodotto di Efficacia (circa 90%) per Copertura della popolazione. I = E x C. Quindi il 40% degli americani non è copertura sufficiente: visto che non vacciniamo i ragazzi sotto i 17 anni, in pratica dobbiamo costringere il resto del Paese ad in(o)cularsi.

Ecco che le aziende chiamano agli avvocati per studiare misure incentivanti e punitive (bastonate e carotine) che convincano i dipendenti a farsi l’iniezione. Ecco che personaggi famosi appaiono sorridenti in TV a dirci quant’è bello vaccinarsi, pure gli ex Presidenti son pronti a tirar su la camicia e mostrare al popolo cosa fare. Fauci, promosso sul campo anche da Biden, è machiavellico; invita tutte le persone di colore a farlo perché il vaccino è stato inventato da due persone di colore. Un po’ come andare a Roma e fidarsi del romano che ti vende Fontana di Trevi.

Facile immaginare che a breve il governo metterà obblighi di carattere burocratico, tipo senza patentino di vaccinato non prendi l’aereo, non vai al cinema, non vai al supermercato e muori di fame, oppure mangi da recluso sul divano, facendo ricco Jeff via internet. Le classiche politiche repressive per cui in America amiamo prendere in giro la Cina e tutti i paesi socialisti. Non è fantascienza, abbiamo già cominciato a licenziare medici di pronto soccorso che protestano della mancanza di risorse per seguire i pazienti, esattamente come in Cina in primavera.

Come nella tradizione di Zafferano, non ho la pretesa di dire se sia giusto o meno vaccinarsi. Sicuramente per uno Stato conviene fare il possibile per aumentare la copertura della sua popolazione, altrimenti all’immunità non si arriva. Sicuramente per chi sia immunodepresso, anziano, povero, o a rischio di contagio per ragioni professionali, conviene vaccinarsi in emergenza. Per chi non ha ragione di usare il vaccino in emergenza, si può aspettare di avere più dati a disposizione. Tanto a Natale e Capodanno saremo tutti tappati in casa al sicuro, se abbiamo un tetto sopra la testa ed un pasto a tavola. Buone Feste. 

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro