... modernità in arte, e ne metteva in scena una sua personale lettura, eludendo i confini temporali e creando eccezionali collegamenti tra maestri del passato e artisti contemporanei. Lo stesso concetto di “barocco” generalmente dispregiativo, sinonimo di sovraccarico e ridondante, viene smentito, sottolineandone invece la forza e la potenza delle opere, nelle quali convivono la violenza e simulazione, realismo ed esagerazione, disgusto e meraviglia.
Rimasi soprattutto colpita dalla sala in cui campeggiava uno straordinario Caravaggio, il “ Fanciullo morso da un ramarro “ (1596) e il grande diorama dal titolo “Fucking hell” (2008) di Jake & Dinos Chapman, bad boys dell’arte inglese degli anni ’90. Il quadro di Caravaggio rappresenta un ragazzo colto nel momento in cui viene morso: l’illuminazione cade casualmente dalle spalle, e ogni oggetto della scena, tra cui si annida il ramarro, “reagisce” in modo differente, il vaso di fiori in primo piano e in generale tutta la variegata scena è chiaramente ispirata alla scuola fiamminga. Colpisce lo spavento del giovane, il cui morso inaspettato è fondamentale dal punto di vista simbolico, perché rappresenta la delusione e i pericoli che la vita riserva: nell’esperienza umana si possono incontrare numerosi ostacoli e spesso questi non sono visibili e possono spuntare all’improvviso, proprio come il ramarro.
Ma l’accostamento al monumentale diorama dei fratelli Chapman rafforza questo sentimento. Nove teche di vetro disposte a svastica popolate da migliaia di soldatini modificati e dipinti a mano, sono uno spunto di riflessione sugli orrori guerra e sulla crudeltà dell’uomo. Sono figurine grottesche e violente, vittime e carnefici, inserite in scenari dominati dalla sofferenza e dalla malvagità, e che creano un corpus di valori plastici vasto e complesso. Lo scenario è apocalittico, pullulante di corpi e situazioni shoccanti che rimandano ai quadri di Pieter Bruegel o di Hieronymus Bosch. Un panorama minuzioso e dettagliato di violenze, morte e distruzione: soldati e ufficiali nazisti vengono trasportati, seviziati, torturati e uccisi da scheletri e altri esseri che indossano a loro volta svastiche e divise del terzo Reich. Ciò che colpisce è che l’uomo, come del resto nei capolavori dipinti da Bosch, è ridotto ormai a corpo e sangue, nulla più. E che per la “massa aizzata” di Elias Canetti in “Massa e Potere” (1960), viene autorizzata all’omicidio, perché è “un omicidio senza pericolo, permesso, raccomandato e spartito con gli altri”.