Vita d'artista


Condom

In questi mesi pandemici che ci siamo lasciati alle spalle, speriamo per sempre, moltissima è stata la comunicazione e la promozione artistica che è passata sul web, in modo prevalente su Instagram, il social più in voga nel mondo dell’arte. Per fortuna adesso tutti hanno più o meno riaperto e poco per volta, timidamente, le persone riprendono a...

... frequentare gli spazi espositivi e a incontrarsi. La cosa un po’ straordinaria è che l’assenza di mostre fisiche per lungo tempo e l'uso costante di Instagram ha permesso al pubblico uno sguardo inedito sulla vita degli artisti, sui loro studi, sui loro metodi di lavoro: una sorta di voyeurismo diffuso si è concentrato sulla persona dell’artista, sul suo processo artistico e non sul risultato, come accade o come dovrebbe accadere di solito. 

La cosa che mi ha lasciato basita è la scoperta che alcuni pittori usano i guanti in lattice per lavorare: non dipingono a mano libera. E’ come tenere l’archetto del violino con i guanti di plastica . Ma perché, mi sono chiesta? Come si fa a tenere la presa, così leggera e sensibile del pennello, con i guanti ? Forse per via di un’allergia? O a qualcuno disturba sporcarsi? O forse è solo un vezzo. Fatto sta che a me sembra un po’ disumano. Le nostre mani, i nostri polpastrelli, la pelle, sono dei finissimi recettori del tatto e ogni variazione della presa o del tocco di fatto può cambiare la pittura. Ho provato qualche volta nella prima fase del lockdown a tenere su i guanti per fare la spesa… è stato terribile, non sentivo nulla, sudavo, avevo una perdita di contatto con le cose, con il mondo. 

E’ chiaro che alcune professionisti sono costretti a utilizzarli per una questione di ambiente sterile, ma chi fa il mio mestiere e li usa mi sorprende. Quando entri in studio sai che ti sporcherai con la pittura, ti sporcherai i vestiti e le mani e anche la faccia, ma questo è nell’ordine delle cose. Mi viene in mente Henri Matisse che diceva sul suo essere pittore “Il mio scopo è rendere la mia emozione. Questo stato d’animo è creato dagli oggetti che mi stanno intorno e dalle loro reazioni su di me: dall’orizzonte fino a me stesso, compreso me stesso”. Mettendo un condom alla presa diretta col mondo che tipo di arte si può produrre?

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro