Notizie dagli USA


Passato il 4 di luglio, cosa ci aspetta?

Eccoci alla festa dell’indipendenza, il 4 di luglio, la più sentita dagli americani. Tra una birra, un barbecue e fuochi d’artificio ci soffermiamo sul significato della dichiarazione di indipendenza dalla Gran Bretagna, e specialmente su quel passaggio: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable rights, that among these are life, liberty, and the pursuit of happiness” (riteniamo ovvie queste verità, che tutti siamo creati uguali, dotati dal Creatore di diritti inalienabili, e che tra questi ci sono la vita, la libertà, la ricerca della felicità).

Non siamo arrivati al 70% di vaccinati richiesto da Biden, a causa specialmente degli stati del sud-est fermi al 30%, siamo abbondantemente sovrappeso, e Tony Fauci ci ricorda che la Delta picchia duro chi non sia vaccinato. Pace: oltre 40 milioni son saltati in macchina per lunghe trasferte verso le mete turistiche, quattro milioni in aereo per prender d’assalto spiagge, bar, pub e ristoranti. Giugno ha anche visto 850.000 nuovi posti di lavoro. Vita, libertà e ricerca della felicità valgono bene qualche rischio. E domani?

La velocità con cui si ripropongono nuove varianti del Covid fa pensare che ne arrivino altre prima che si completi il vaccino del mondo. Siamo ad oltre tre miliardi di dosi iniettate, ma tanto paesi ricchi come Australia e Giappone, quanto poveri in Asia ed Africa, sono ancora al 5% di copertura, e la Delta vanifica lockdown e tracciamento. Raccomando questo lavoro di The Economist per avere un quadro dettagliato del ritorno alla normalita’ dopo il virus. Il succo è semplice: stiamo uscendo dalla pandemia un passo alla volta, ed abbiamo ancora mesi complessi prima che la letalità si abbassi a livello influenzale come già succede oggi in Gran Bretagna.

Economia e ruolo dello stato seguono a ruota il virus. Nei paesi ricchi, partendo da noi in America, è lo stato che ha stampato moneta a sufficienza per coprire il 90% delle perdite economiche, e mentre gli economisti dibattono sulla razionalità della scelta e sul rischio di inflazione, il popolo ha appoggiato con forza queste politiche bipartisan. La Cina ha fatto meglio di tutti dando soldi solo alle aziende perché’ continuassero a produrre e spedire, senza licenziare nessuno. Noialtri abbiamo aiutato sia le aziende sia chi s’è trovato senza lavoro, per capire tardi che buona parte dei fondi è finita sui conti bancari invece che in investimenti produttivi. In Europa han fatto più PowerPoint che euro, ma non è oggetto di questa rubrica, e fa comunque buon gioco all’amministrazione Biden che deve riprendere le redini degli alleati.

Come per le pandemie del passato, sembra che anche il Covid spinga verso maggior ricerca del significato della vita e propensione al rischio. In America ed Europa la gente s’è riavvicinata alla religione e ripreso i contatti con la famiglia, ed allo stesso tempo sono esplose le iniziative imprenditoriali: è dal 2004 che non si aprono così tante aziende in USA. Mi chiedo se anche le missioni spaziali dei ricchissimi Bezos, Branson e Musk siano sintomo di maggior propensione al rischio e ricerca del nuovo, o solo noia. In fondo cosa c’è di più inutile di sprecare miliardi e CO2 per far qualche giro in orbita? Per essere migliore degli altri super CEO? Si rendono conto di quanti alberi devono piantare per recuperare l’inquinamento?

Xi intanto ha i piedi ben piantati per terra ed il controllo su buona parte del commercio internazionale. I prezzi dei container sono decuplicati, chi ordina merci in Cina adesso vede proposte di consegne la primavera prossima, e ricostruire i settori industriali in America ed Europa è un lavorone, altro che andare in orbita. I ricchi vadano nello spazio, i travet anche dopo la pandemia dovranno correre. L’importante è che quei diritti fondamentali alla vita, libertà e ricerca della felicità non li tocchi nessuno. 

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro