I firmatari rappresentano generi musicali vari ma sono tutti membri dell’Artist Rights Alliance, organizzazione a difesa dei diritti degli artisti “nell’era digitale”.
“Non fraintendeteci: crediamo che, se usata in modo responsabile, la IA abbia un enorme potenziale … per consentire sviluppo e crescita di nuove esperienze per gli appassionati di musica di tutto il mondo...”. Con queste parole apre l’appello delle star che ha come destinatari le aziende del segmento tech, gli sviluppatori, il mercato musicale nel suo complesso.
Il settore musica è tra quelli sconvolti dai progressi della IA e in buona sostanza con questa iniziativa si evidenziano questioni di copyright e di etica: sostituire il lavoro dei musicisti, molti dei quali “cercano solo di sbarcare il lunario.. sarebbe catastrofico”.
Il fatto è che sul web ci sono oggi oltre 160 milioni di brani accessibili a tutti, comprese le aziende che addestrano modelli di intelligenza artificiale generativa su opere protette da diritto d’autore, senza chiedere il permesso (né eventualmente corrispondere un giusto compenso) ai titolari dei diritti.
Si chiede dunque ci siano tutele a protezione di tutti i lavoratori dello spettacolo contro “l’uso predatorio della IA...” e che non si comprometta o si sostituisca l’arte umana.
“Basta svalutare la musica” (“Stop Devaluing Music”) è il titolo della lettera e riassume bene tutto il pensiero così come la conclusione: “L’assalto alla creatività umana deve essere fermato”.
Un vero movimento di rivolta del mondo musicale statunitense, dopo lo sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood lo scorso anno.
Si attendono sviluppi. Che l’appello sortisca l’effetto desiderato è ancora tutto da verificare.