Musica in parole


La Passione di Bach da festeggiare

L’uomo che arrivò a Lipsia nel 1723 in qualità di nuovo direttore musicale della chiesa di San Tommaso era ben conosciuto come organista e compositore ma ancora aveva moltissimo da realizzare, compresi alcuni imperituri capolavori.

Johann Sebastian Bach presentò proprio a Lipsia le sue grandi opere liturgiche e la “Passione secondo Giovanni” risale giusto a 300 anni fa: prima esecuzione il 7 aprile 1724 nella chiesa di San Nicola.

La Passione si basa sui capitoli 18 e 19 del Vangelo di Giovanni e del testo evangelico sono stati messi in musica alcuni centrali episodi: arresto di Gesù, condanna della folla, crocifissione, morte e deposizione. A disvelare il racconto è l’Evangelista e il testo del Vangelo si congiunge alla musica che alterna recitativi, arie, grandi corali.

La complessità di scrittura musicale non impedisce la chiarezza del risultato artistico, capace di coinvolgere il pubblico in un’esperienza emotiva intensa.

Il Preludio introduttivo anticipa il dramma e attrae l’ascoltatore sin dalle prime note che a gruppi di quattro (quartine di sedicesimi) si ripetono, ondeggiano e lentamente salgono dai suoni gravi. L’atmosfera evoca un senso di angosciante attesa, la tensione cresce e quando si fa insostenibile, sui suoni degli strumenti irrompe la voce del coro con un’invocazione al Signore ripetuta tre volte ("Herr, unser Herrscher" - “Signore, nostro Sovrano”). Uno squarcio che intensifica drammaticità e solennità e mette in risalto la maestria di Bach nell'intrecciare voci e strumenti.

L’incipit di questa Passione ricopre grande fascino ancora oggi ma va ricordato che

una volta scomparso, Bach fu dimenticato dai più: della portata del suo genio il mondo si accorse compiutamente solo dal periodo romantico, quando il musicologo Johann Forkel nel 1802 pubblicò uno studio sulla vita del grande Maestro la cui musica fu diffusa innanzi tutto dal compositore Mendelssohn.

Apparve finalmente chiaro quanto fosse colossale la produzione musicale lasciata da Bach, ascoltata da allora in poi senza sosta, studiata e ristudiata da generazioni di musicisti. Si scoprì quali vette ineguagliabili il Maestro raggiunse, rivoluzionando di fatto la musica barocca e con un forte sguardo anticipatore del futuro.

In un modo o nell’altro dopo di lui tutti i musicisti, e non certo solo quelli della classica, gli sono debitori.

Lungo tutto il 2024 concerti, mostre ed altre iniziative sono in programma in molti luoghi per ricordare i 300 anni della “Johannes-Passion” e a Lipsia si sta stendendo il tappeto rosso per festeggiare la ricorrenza, senza dimenticare mai la celeberrima definizione fatta da Goethe riguardo la musica di Bach: “Un colloquio di Dio con se stesso, poco prima della creazione”.


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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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