In Italia gli esperimenti di maggior peso e risultati han casa a Montalcino dove da anni nasce un Brunello musicale.
È nota la storia di Carlo Cignozzi, viticoltore ed ex avvocato che parecchio tempo fa iniziò la sua avventura a base uva e suoni, convinto fosse un bene far ascoltare musica alle viti, Mozart in particolare.
Oggi si tratta di una realtà consolidata e tra i filari targati Frassina, Montalcino, il repertorio mozartiano risuona dai diffusori procurando alle vigne effetti considerati benefici, da tempo studiati da esperti universitari.
A guidare i primi esperimenti il professor Mancuso dell’Università di Firenze (laboratorio neurobiologia vegetale) e poi l’entomologo Lucchi dell’Università di Pisa.
I risultati han permesso di verificare che, a suon di Mozart, la crescita delle piante è più sana, vigorosa e favorisce la maturazione dei grappoli.
Inoltre le onde sonore propagate tra i filari proteggerebbero le viti dall’attacco di insetti e predatori; in particolare Mozart manderebbe in confusione, allontanandole, le cicaline, insetti dannosi perché causano alle piante una brutta malattia, debellata così senza trattamenti, solo con musica mozartiana.
Gli esperimenti a Frassina han sollevato dubbi e diffidenze ma anche apprezzamenti e sostegni.
A crederci Amar Bose, fondatore della Bose sistemi audio, che regalò al progetto 120 diffusori e finanziò per sei anni le ricerche universitarie.
A premiare il metodo le Nazioni Unite che già nel 2011 han inserito il progetto nei 100 più eco-sostenibili del mondo.
Le viti, nel godersi la musica possono ascoltare anche i passaggi musicali in cui nelle opere Mozart si cita il vino e i suoi pregi; vi ricordo Le nozze di Figaro e il Don Giovanni.
Quello che non è chiaro è se le piante d’uva abbian preferenze per questa o quella registrazione, o se un’esecuzione valga l’altra, perché forse quel che conta per loro è comunque l’effetto Mozart.