...dar loro modo sia di sbarcare in America, sia di crescere più rapidamente in Italia.
“Siamo contenti della qualità dei pitch e delle idee di business presentate stasera, che ha avuto immediato riscontro con gli investitori e le aziende che hanno partecipato a Primo Innovare al Consolato. È bello sapere che queste 11 start-up adesso sanno come muoversi in questo ambiente, hanno sviluppato contatti importanti, e possono accelerare la loro crescita”
Questa la dichiarazione a caldo del Console Generale Arnaldo Minuti, al termine dell’evento a Boston, quando ha premiato Alessandra Accogli, CEO e fondatrice di Sinergy Flow, vincitrice della serata, ritratta qui col Console, Ettore Santucci e sottoscritto di 42N.
Particolare interesse tra i partecipanti americani, il fatto che le undici aziende rappresentino un’ampia fascia di settori industriali: dall’intelligenza artificiale, al biomedicale, alla robotica industriale e consumer, al cleantech, fino alla distribuzione di beverage e cibo per animali. Segno che l’innovazione tecnologica, che si impara nelle aule e laboratori universitari italiani, può svilupparsi in iniziative imprenditoriali importanti, che poi 42N aiuta a scalare. Qui la lista completa delle aziende partecipanti, che vale la pena vedere:
● Drinkme
● enGenome
● iGenius
● Limenet
● MYWAI AI
Come tutte le prime, ci sono punti di miglioramento, ma è scontato che Primo Innovare torna nel 2024. La speranza è che da qui ad allora aumenti ancora lo scambio con le Università e Politecnici italiani, in modo da far crescere più aziende innovative e dare un piccolo aiuto al nostro paese, in modo che non sprofondi nella landa desolata delle low cost-countries, dove l’unica cosa che conta è abbassare gli stipendi per vincere commesse e stare a galla. Un’analisi questa, che condivido con Juan Carlos De Martin, candidato a Rettore del Politecnico di Torino che ho incontrato qui a Boston proprio durante preparazione di Primo Innovare.
Riccardo Ruggieri qui su Zafferano spiega bene come il CEO Capitalism, basato sull’esclusiva attenzione ai ritorni per l’azionista (di riferimento), blocca l’ascensore sociale e la crescita dei lavoratori. Una delle strade possibili per evitare questo impoverimento, è quella di un’innovazione tecnologica che passa dall’accademia alla creazione di nuove aziende, la cui concorrenza con le multinazionali serve a mantenere un grado di sanità nel mercato. Boston, con il suo ecosistema di accademia, investitori pronti a rischiare, ed aziende votate all’innovazione, è un buon esempio per città italiane che pensino a come riprendere a crescere.
Personalmente, prima allievo ed ora insegnante al Politecnico di Torino, mi auguro che la vocazione imprenditoriale e la capacità di fare sistema con città come Boston, possano dare un forte aiuto alla nuova generazione di studenti ed imprenditori.