Musica in parole


Lo zampino del diavolo

I Rolling Stones annunciano “Sixty”, il tour europeo che festeggia i loro sessant’anni di attività. Saranno a Milano il 21 giugno prossimo.
La scaletta dei brani in concerto comprenderà di certo i loro maggiori successi, come è stato per la tournée americana del 2021 che includeva il famoso “Sympathy for the devil” (1968), il cui testo mostra il riferimento al romanzo “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, autore di cui si è tornati a parlare in questi giorni di guerra.

Lo scrittore russo nato a Kiev nel 1891 visse in prima persona gli orrori fratricidi della guerra civile del Novecento e cercò di raccontarli anche, ma il regime bolscevico al quale non era allineato, gli impose pesanti censure e stroncature critiche.
Bulgakov morì nel 1940 e nei suoi ultimi dodici anni lavorò a quello che diventerà il suo capolavoro, pubblicato postumo, quando si potrà leggere la sua pungente satira verso gli apparati di regime.

La trama del libro è complessa e interseca più piani. Su tutto aleggia la figura di Satana, che si aggira furbo e rovinoso nella Mosca degli anni Trenta; una Mosca sovietica dalla quale lo scrittore si sentiva anche pesantemente beffato. Al diavolo, che si presenta nascosto sotto le spoglie umane di un mago, spetta di aprire il romanzo presentandosi garbatamente, senza svelarsi.

Proprio da questo incipit prende ispirazione l’attacco della canzone dei Rolling Stones: “Please allow me to introduce myself”. Jagger nei panni di Lucifero si presenta e poi snocciola pesanti avvenimenti della storia russa e altre pagine orrende della storia dell’umanità. In sottofondo, sempre l’eco di Bulgakov.

Pensata come una ballata, la musica del brano si trasformò in fase di arrangiamento, come spesso capitava agli Stones; con la rielaborazione prende il sopravvento il ritmo di samba, un samba-rock che sfodera un mix di ritmi ben prima che si parlasse di contaminazioni tra i generi musicali.

Interessante, per il gusto del “dietro le quinte”, il docufilm in cui si assiste a questo processo creativo (“One Plus One” di Jean-Luc Godard, 1968). Nella versione finale la musica parte con una sezione ritmica che si arricchisce di congas e maracas, poi il Diavolo/Jagger ci mette lo zampino e la sua voce si introduce con furbesca cortesia, proprio come aveva insegnato Bulgakov.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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