Notizie dagli USA


Vincitori e Vinti

A meno di sorprese, drammatiche se nucleari, il conflitto sembra volgere verso una posizione di stallo, con la Russia a bombardare a tappeto ma incapace di guadagnare il governo dell’Ucraina. Al Congresso americano Zelenski ha fatto un figurone, recitando un copione degno di Hollywood per operare un ricatto morale nei confronti di Biden. Se noi ci difendete voi, unico paese campione di libertà, noi saremo la vostra Pearl Harbor, le vostre nuove torri gemelle. Merita leggerselo tutto, qui.

Applausi a scena aperta, tripudio e cori da stadio per l’ennesimo attore che sale sul podio da politico, e come al solito riesce ad emozionare la platea. Fino ad oggi, una settimana prima che leggiate questo articoletto, abbiamo già spedito due miliardi di dollari di armi, munizioni, ed ogni altro ben di Dio necessario per uccidere soldati russi, classificando queste spedizioni come aiuti umanitari per la libertà e la democrazia dei nostri fratelli. Anche noi, in quanto a senso dello spettacolo, ci sappiamo fare, ma è bello vedere che pure i capi religiosi ci mettono del loro, proponendo giustificazioni bislacche sulla giustizia della guerra.

Biden è sulle spine: da un lato tutti gli riconoscono l’iniziativa dell’aver stanato l’orso assatanato, ma allo stesso tempo deve giostrarsi tra chi vuole entrare in guerra alla Rambo, e chi gli fa notare che è già in guerra con Putin, che continuerà a tirar bombe finche’ ne ha a magazzino. S’è cacciato in un cul de sac come dicono i francofoni. Possiamo già azzardare una previsione, tra chi vince e chi perde questo conflitto?

Al New York Times pensano di si, e dopo un anno ammettono quello che i veri giornalisti investigativi dicevano da un pezzo: il legame tra Biden, suo figlio Hunter, Nuland, Kerry ed altri collaboratori che lavorano con l’Ucraina da dieci anni esiste, è provato e non è frutto di disinformazione russa. Come? Un anno fa da queste fulgide colonne ci dicevano che oltre 50 esperti dei servizi segreti militari (sempre anonimi, perché a rivelarne l’identità si commette un crimine federale) avevano le prove degli intrallazzi putiniani, ed oggi tutto si scioglie come neve al sole? Aveva ragione Trump, ma questo il NYT non potrebbe mai ammetterlo. Pure Facebook e Twitter, che fino a ieri bollavano come fakenews il legame di Biden con l’azienda del gas ucraina, ora non sanno che fare: hanno censurato la verità.

Per capire il puzzle di vincitori e vinti torniamo al 2014, quando i Russi pubblicano al mondo la schietta opinione di Nuland sull’Unione Europea (qui), una conversazione che dimostra come già allora l’amministrazione USA tirasse tutte le fila della politica ucraina, mentre l’unione europea si faceva fregare.

A prescindere da un grande reset nucleare, sembra che i vincitori saranno gli USA, che hanno influenzato la politica ed economia ucraina per il vero obiettivo, quello di mantenere il controllo dei traffici economici di gas russo e merci cinesi dirette in Germania, e da li al resto d’Europa. Gli ucraini ne usciranno bastonati, con milioni di rifugiati a spese dell’Europa ed un paese da ricostruire, i russi altrettanto impattati da un’economia asfaltata ed un Presidente che deve ritirarsi, e pure i cinesi avranno perso tempo nel loro piano di conquista dell’economia globale. Ma un ritardo di qualche anno per loro è solo noia, non una sconfitta.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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