Musica in parole


Dove va la techno? A Torino

Intanto diciamo da dove arriva: da Futurismo e Musique concrète; dai primi sintetizzatori, dalle sperimentazioni elettroacustiche di Stockhausen, dai suoni robotici dei Kraftwerk (The Man-Machine).

Il genere decolla a Detroit, anni Ottanta, quelli del difficile contesto post industriale. Fabbrica e musica, stessi rumori, gesti, ritmi: ripetuti e ossessivi; robot al lavoro e sintetizzatori a creare nuovo sound. La techno music come bandiera, espressione del disagio; si fa all’aperto, si suona duro e ci si stordisce, non solo di musica. Da Detroit a Berlino ed esplodono i consensi. Poi la techno raccoglie nuovi spunti, va sul mercato globale, più commerciale anche, ma forse con più musica e meno stordimento.

Il riferimento è la figura del dj che, dicono gli esperti, fa la differenza. Da poco ne ho incontrato uno, star internazionale: il dj Lollino (Lorenzo Gianeri, torinese), al quale ho chiesto dove va la techno e cosa significhi oggi il suo mestiere. Risponde che il genere è cambiato nel tempo e che da quando grandi marchi e tv se ne interessano, il “fare musica” di un dj è l’organizzazione di uno showcase complesso. Dice: «servono studio e preparazione continua alla ricerca del sound appropriato, effetti raffinati, padronanza della strumentazione per un pubblico che non comprende più solo i giovani». 
Gli chiedo come si impara. «A scuola» risponde. Così apprendo che esistono scuole per dj, e di livello, fatte di workshop e lezioni (storia della musica, produzione musicale, studio dei case history) con i big del settore. «Il resto ė tutta pratica, un disco dopo l’altro» sempre Lollino, che è decollato a livello internazionale vincendo BURN Residency 2016, corso di formazione per dj selezionati su base mondiale, con finale a Ibiza e proclamazione del talento migliore. 

L’estate è periodo di festival techno giudicati imperdibili. 
Uno lo giochiamo in casa. Il KFF (KappaFuturFestival, 6,7 luglio) nato a Torino per celebrare il Futurismo, si è trasformato nel «primo Festival estivo al 100% diurno d’Italia» (dal sito). Il popolo della notte cambia pelle: si suona dalle ore 12 alle 24. Grandissimo successo, nel 2018 i partecipanti sono stati oltre 50.000 da 87 Paesi. 
Fare meglio è una sfida.
Lollino c’è. Con lui Carl Cox, Nina Kraviz e altri big per una lineup con 40 artisti internazionali.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Marco Valerio Lo Prete (Roma): autore prestigioso del Tg1-Rai, abbonato N. 1 di Zafferano
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro