Vedendo la campagna mediatica su Carola ed i 40 migranti, è immediato il parallelo con il suo scherzo: “è ovvio che lo schiavismo è negativo e va condannato....ma forse se non ci fossero gli schiavi non avremmo il cellulare in mano”.
Su Facebook solo le nonne mettono “mi piace” sui gattini, mentre la maggioranza si straccia di like e share polarizzando il dibattito politico sui poveri migranti dell’Africa. E’ ovvio che dobbiamo salvare i naufraghi e chi fugge da guerre e carestie...ma forse dovremmo evitare che poi abbassino gli stipendi dei nostri ragazzi che guadagnano 3 Euro all’ora come stagionali in riviera o nei campi.
Zucki la sa lunga nel manipolare la sua piattaforma digitale per catturare la gente e tenerla impegnata per ore. Quindi davanti al Congresso USA ha avuto buon gioco nel dire che è ovvio che la libertà d’espressione e di stampa sono diritti fondamentali...ma forse se non censuriamo i negazionisti dell’Olocausto ed altri immondi, poi il mondo ridiventa cattivo. Ed ora tanto Facebook quando Google impiegano migliaia di censori che bloccano autori e contenuti sulla base di criteri e procedure di aziende private, con stakeholder interessati a manipolare l’opinione pubblica.
Gli amanti della satira vedono una linea di continuità con “A modest proposal” di Jonathan Swift, del 1729, dove l’autore raccomanda di risolvere il problema della povertà irlandese mangiando i loro bambini. La differenza è che quello è un bel libro da leggere, molto divertente ma isolato. Oggi sui social siamo bombardati da una quantità infinita di Fake Truth, di notizie parzialmente vere ma scritte per influenzarci e portarci a comprare, donare o votare in un determinato modo. Tuttavia il tema del mercantilismo discusso nel diciottesimo secolo è ancora attuale oggi: è ovvio che vogliamo trattare tutti con dignità ed umanamente...ma forse se pagassi di più barista ed operai non potrei permettermi le vacanze.
Ecco quindi l’importanza del guardare a tutti i post dei social media con gli occhi di Louis o di Swift o di Orazio, con satira e spunto sarcastico, con il diavoletto che è in ognuno di noi, perché i big delle piattaforme non ce la raccontano mai tutta giusta.