... oggetti digitali e provarne di fisici prima di comprarli davvero. Ad esempio, possiamo provare un’auto sportiva sulle rive del Lago di Garda o tra i sassi di Matera, come novelli 007, prima di lanciarci nell’acquisto della macchina vera e propria.
Anche Nvidia, dalla sua posizione di assoluto dominio nel design di chip sofisticati, sta sviluppando processori innovativi per consentire la nostra nuova vita nel mondo virtuale. Contemporaneamente la diffusione di NFT ci consente di comprare rappresentazioni molto realistiche di dipinti famosi, monumenti e tutto quant’altro serve ad una visita turistica. Sembra che le grandi aziende tecnologiche ci vogliano portare a vivere in un mondo virtuale, dove dalla comodità del divano di casa possiamo illudere cervello e mente che siamo in effetti in un altro posto, con altri amici, magari ricchissimi ed in perfetta salute. Pare quasi un’alternativa tecnologica all’utilizzo di droghe allucinogene che si usavano tanti anni fa.
Per chiunque abbia provato un Oculus, o magari anche in guanti sensoriali, è evidente che il grado di sviluppo di questi strumenti ha raggiunto un livello di rappresentazione della realtà assolutamente realistico e molto coinvolgente. Non ho dubbi a credere che questo livello di realtà virtuale sia disponibile ai consumatori in tempi molto brevi, nel giro di uno o due anni. Vogliamo abbracciare questa nuova offerta, o scappiamo?
Alcuni sono scettici, come potete leggere qui, e visto l’abuso di droghe ed alcol come risposta al Covid ed ai cambiamenti che ne sono conseguiti, credo probabile che troppe persone si faranno prendere la mano da questa promessa di rosea realtà virtuale, e si perderanno nel divano di casa.
Se posso entrare nel mondo virtuale con il mio avatar, in forma atletica e senza acciacchi, e socializzare con persone stupende, finirò per non badare più a colesterolo ed aspetto fisico? Tra le ricerche che Facebook non ha voluto divulgare, l’effetto psicologico di Instagram sulle adolescenti porta a credere che una realtà virtuale più immersiva del semplice social media sarebbe sicuramente in grado di manipolare anche gli adulti. Come abbiamo visto spesso in questa rubrica, il nostro cervello tende ad assorbire tutti gli stimoli possibili, e perde la capacità di fermarsi a ragionare quando questi siano troppi e frequenti.
Fortunatamente la realtà virtuale è già utilizzata nella cura dei disturbi mentali, quindi abbiamo una quantità di ricercatori nel campo delle neuroscienze e psicologia che stanno usando gli stessi strumenti per mitigare fenomeni di depressione, ansietà, fobia ed OCD. Lo stesso Oculus può essere usato da un terapeuta per dare maggior efficacia al Cognitive Behavioral Therapy, come leggiamo qui.
Quindi, occhio da chi arriva il metaverso: da Zucki vi perderete sul divano, da altri professionisti avrete un buon risultato.