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Svegliati Casa Bianca

La parola “woke” fino a poco tempo fa significava sveglio, svegliato, e “stay woke” indicava “star svegli, attenti”, un termine comune e non incendiario. In tempi più recenti ha preso altri connotati, molto più sinistri e legati all’involuzione della correttezza politica in cultura della cancellazione ed appunto woke. Quando Joe Biden era in lizza con Donald Trump per le presidenziali, il predecessore lo chiamava “Sleepy Joe” per prenderlo in giro sui suoi momenti di...

...smarrimento, forse dovuti all’età o più probabilmente ai neuroni consumati.

Dopo dieci mesi di presidenza e le principali promesse elettorali che ancora non si materializzano, nel partito democratico la domanda è frequente: ma Joe è woke o sleepy? E’ attento e sul pezzo delle promesse fatte sul cambiamento climatico, sulla riduzione dei costi della sanità e dell’educazione, sul razzismo imperante che vede i neri in posizioni emarginate? Oppure ci dorme sopra e lascia che le lobby alla fine mantengano lo status quo?

L’indice di gradimento della sua presidenza è in caduta libera, complice un virus che ancora uccide ma specialmente la non capacità di portare a conclusione le due principali misure economiche che aveva promesso. Gli americani cominciano a pensare che non sia poi così sul pezzo, ma addormentato o comunque molto indeciso sul da farsi. 54% dei cittadini disapprova il suo operato, solo il 40% lo sostiene ed i rimanenti son dubbiosi. Ha vinto le elezioni sulla base di un’immagine di maturità e savoir faire migliori del predecessore, ma ora capiamo che più che maturo, forse è scaduto.

Un segmento importante dell’elettorato, quello degli indipendenti, ha fatto un’inversione ad U ancora più importante. Dal 56% di supporto per una maggior presenza del governo nell’economia, ora siam scesi al 38%. Gli indipendenti sono l’ago della bilancia, le ultime gocce del vaso che fanno propendere un’elezione o verso i Dem o verso i Repubblicani. Il loro cambio di direzione promette guai per le elezioni mid-term dell’anno prossimo.

Meglio che i Dem smettano di litigare e facciano partire le riforme che avevano promesso, meglio che alla Casa Bianca si sveglino. In questo quadro il più woke di tutti è Bernie Sanders, che per la prima volta nella carriera è finalmente ascoltato a Washington. Le sue ricette radicali, a lungo emarginate dal gruppo capitalista capitanato dalla Clinton, ora sono accettate dalla parte del partito più vicina alle esigenze della popolazione.

I Repubblicani attendono sereni sulla riva del fiume: per loro la leadership di Sanders fa buon gioco, potendo accusarlo di socialismo in salsa europea e continuare così a recuperare il voto degli indipendenti se non anche dell’ala conservatrice dei Dem. Trump non ha ancora ufficializzato la sua corsa alla presidenza, ma mantiene un discreto grado di controllo sul partito. La permanenza del Covid tra i drammi quotidiani, e la forte crescita di inflazione e problemi logistici nella consegna delle merci a compromettere l’economia, dimostrano che le promesse elettorali di Biden son state vane. Vorrà la rivincita?


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