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Biden tra vaccini ed origine del virus

Mike Pompeo, fidato collaboratore di Trump nell’amministrazione precedente, aveva dato seguito alle ipotesi del capo, sul fatto che il virus fosse colpa della Cina. Come Segretario di Stato, Pompeo ordinò un indagine più seria di quella acqua e sapone dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tornata con la coda tra le gambe da Wuhan. Ricorderete che un anno fa Biden e media democratici insultavano il presidente, tacciandolo di razzismo, teorie complottiste e qualsiasi altro insulto capitasse a tiro. Tony Fauci, allora come adesso a capo della risposta medica al virus ed amico di lunga data del collega cinese Gao, aveva suffragato l’ipotesi del capo di allora, salvo ritrattarla quando...

... Trump è caduto in disgrazia e riprenderla ora che Biden fa inversione a U. Come mai Biden, che prima azzera la commissione di indagine di Pompeo, ora la rilancia seguendo le stesse ipotesi di Trump? Curioso.

Distinguiamo le ipotesi: la prima è che il virus sia il frutto impestato dell’evoluzione naturale di coronavirus presenti nei pipistrelli, che riesce ad infettare noialtri. Come potete leggere qui il difetto di questa è che, allo stato attuale delle nostre conoscenze scientifiche (che non sono scolpite nella roccia), la mutazione avrebbe dovuto impiegare anni. Una seconda ipotesi, altrettanto plausibile, è che sia stato creato nel laboratorio cinese dove si fa ricerca su questi virus, per prepararsi all’evenienza di una nuova SARS o MERS. Una terza ipotesi è che l’apparato militare cinese, vuoi in modo autonomo, vuoi d’accordo con i ricercatori di Wuhan, abbia organizzato la fuga del virus da una struttura costruita apposta per evitare questi incidenti. Andando a scandagliare i documenti pubblici (qui) e semplicemente ricordando le cronache di un anno fa, gatta ci cova.

La creazione di nuovi patogeni letali è pratica comune da anni in tutto il mondo, proprio il National Health Insitute americano guidato da Fauci l’ha espressamente autorizzata cinque anni fa (qui), quindi prendersela con Wuhan per il fatto di aver creato il virus non ci sta, semmai per esserselo fatto scappare di mano. E non sarebbe la prima volta, perché già nel 2014 in America gli operatori di laboratorio si contagiarono con l’antrace, e proprio da episodi come questo furono sviluppati standard di sicurezza mondiali ancora più stringenti. Interessante qui per capire l’importanza dello sviluppare nuovi patogeni in modo artificiale, così da avere le cure pronte quando poi qualcosa del genere si presenti al mondo.

Torniamo un secondo dall’amico Kipling: “I keep six honest serving men (they taught me all I knew); theirs names are What and Why and When And How And Where and Who”. (Tengo sei onesti servitori che mi hanno insegnato tutto: si chiamo Cosa, Perché, Quando, Come, Dove e Chi.). Perché Biden fa questa inversione ad U mandando in panico centinaia di media conformisti? Sarà mai interessato a dipanare il bandolo della matassa scientifica? Vuole il Nobel per la Medicina? O vuole far pressione su Xi?

L’informazione libera non ha problemi a ricostruire cosa è successo: è sotto gli occhi di tutti. Un virus impestato è stato gestito particolarmente bene nei paesi dell’est del mondo a prescindere da schieramento politico, capitalismo o comunismo. Male negli altri. Nessun dubbio sul quando, tantomeno sul chi. Come e Perché richiedono sforzo maggiore. L’idrossiclorochina parte bene a Marsiglia, si espande rapidamente, ma quando Trump la cita come esempio di medicinale efficace, si scatena il putiferio mediatico ed ai medici viene vietato di usarlo. Cosa dire dell’aspirina, degli spray nasali salini o medicali (interferone), mentre in Italia troppo a lungo si prescrive tachipirina e vigile attesa? Chi legge le riviste scientifiche e non disdegna le fonti asiatiche, un idea precisa ce l’ha. Gli interessi economici spingono a scelte distopiche.

Chiudiamo con il Perché. E’ difficile vedere un barlume di logica in questa storia: a nessuno conviene vietare la ricerca sui patogeni, sui vaccini o sui medicinali. Che sia stata evoluzione naturale, o incidente maldestro nella sicurezza del laboratorio, poco importa: il virus va gestito. Quest’anno ha ridisegnato gli equilibri geopolitici mondiali: la Cina ha fatto tombola ed è li che capiamo la motivazione di Biden. Il presidente si trova la fila di portacontainer cinesi che scaricano prodotti di ogni genere nei porti americani, le banche d’affari del suo Paese che investono pesantemente nel Paese avversario, la possibilità concreta di perdere l’egemonia economica. Può far la voce grossa, seguendo una tradizione coloniale (mai sopita) che vede la dissuasione militare come strategia possibile. E per mantenere l’immagine simpatica e sorridente decide anche di regalare 80 milioni di vaccini ai Paesi amici: com’è buono.

Biden ha i mezzi ed il motivo per far pressione su Xi: in questo contesto la percezione di Wuhan è la realtà.


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