Un momento magico: l’esame di 3° media al Nievo-Matteotti di Torino
Una premessa, doverosa. Pur essendo un liberale, uno dei pochi liberali nature rimasti su piazza, e pure apota, per me scuola e sanità dovrebbero essere pubbliche.
Una premessa, doverosa. Pur essendo un liberale, uno dei pochi liberali nature rimasti su piazza, e pure apota, per me scuola e sanità dovrebbero essere pubbliche.
Il cosiddetto scandalo CSM-Lotti, ultimo nato dopo una serie di scandali, i penultimi hanno riguardato Lega (Armando Siri ) e Pd (Catuiscia Marini), chiude un cerchio purtroppo sempre aperto.
Per dieci giorni mi sono sottratto a famigliari e amici, in segreto, lavorando 18 ore al giorno. ho scritto e consegnato le bozze e la copertina all’editore (ho il privilegio di essere al contempo scrittore ed editore) di un libro, “FCA remain o exit?” (Grantorino Libri editore, 20 €, 197 pagine, luglio 2019).
Sono passate due settimane dalle elezioni europee, a parte spostamenti che interessano solo gli studiosi di flussi elettorali, a livello complessivo, è successo quello previsto: forte arretramento di PPE e di PSE, miglioramento di Liberali e Verdi, aumento delle Destre.
Malgrado la fosca profezia di Silvio Berlusconi (“lunedì ci sveglieremo con l’incubo dei sovranisti”), domenica sera ho preferito andare a dormire subito dopo gli exit poll delle 23 (il giochino delle forchette ampie mi pareva una buffonata) e svegliarmi, come al solito, prima delle cinque (i vecchi, fin che dormono poco, sanno che non sono ancora rincoglioniti). Ottima scelta, mi sono evitato ore di chiacchiere su forchette e seghe mentali varie.
Nel dopo elezioni, una delle analisi alle quali mi dedico con più piacere è quello dei flussi elettorali. Niente chiacchiere politiche (le trovo noiose), solo numeri, numeri, numeri. Prendo sempre in esame 5 aree sociali, quelle che mi interessano di più da un punto di vista personal-sociologico, che approfondisco poi con gli incroci “astenuti-votanti”.
Giovani lettori di Zafferano.news e dei giornali cartacei e digitali che mi pubblicano (a proposito, un grazie a Pierluigi Magnaschi, a Maurizio Belpietro, a Nicola Porro) mi invitano a modificare struttura e linguaggio del Cameo, ispirandomi (lo trovo curioso ma l’apprezzo molto) al mio libro sul Cancro. Provo a riassumere ciò che i miei giovani lettori suggeriscono: frasi asciutte per l’analisi, uso di metafore nello svolgimento, secche sentenze nelle conclusioni, impaginazione scheletrica.
Molti lettori in queste ultime settimane mi chiedono, garbatamente, per quale partito o movimento voterò. Confesso che per la prima volta nella vita, il 26 maggio non voterò, non per scelta, ma per motivi logistici di tipo strettamente personale. In ogni caso, ho un tale rispetto per il voto (per me solo il suffragio universale ci rende civili, tutto il resto sono furbate fascistoidi che portano dritti alla dittatura) che, persino in famiglia non ci diciamo, immagino per non interferire nelle reciproche sfere personali, per chi intendiamo votare. Quindi mi spiace non poter soddisfare questa richiesta.
Horacio Verbitsky, giornalista e scrittore argentino al di sopra di ogni sospetto (al tempo del generale Jorge Videla era dalla parte giusta, una rarità nelle alte sfere politiche e religiose del paese) scriveva: “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda”.