Musica in parole


Un orecchio da cani

Un tecnico del suono e un neurologo veterinario sono stati gli esperti nel team della musicista Lisa Spector, che negli Stati Uniti da tempo studia la risposta dei cani (e altri animali) agli stimoli sonori. Dalla loro ricerca è nato il progetto di successo “Through a Dog's Ear”, una serie di iniziative con registrazione di ore di musica adattata all’orecchio del cane: ritmi rallentati e frequenze modificate sembra siano essenziali.

La proposta musicale è cresciuta negli anni, adottata da canili, rifugi, organizzazioni di soccorso per animali e anche dai veterinari, perché la “musica che calma” pare proprio sortire risultati più che buoni. Non ultima la richiesta di aiuto musicale in vista della giornata del 4 luglio, che ogni anno vede gli States in festa ma troppo rumorosamente per le orecchie dei cani.

Che l’argomento interessi sempre più i proprietari di animali è evidente dall’aumento di playlist sul tema; da un paio di anni se ne sono accorti a Spotify che ha creato “Pet Playlist” per cani e gatti in cui musica soft, voce rassicurante e suoni d’ambiente si alternano per ore. L’ultima uscita è “2022 Best friend. Relaxing dog music” e a quanto pare fa contenti cani, padroni e di certo anche Spotify.

Molti riconoscono nel proprio animale un orecchio sensibile alla buona musica e più di un musicista scommette sulla predisposizione artistica degli amici a quattro zampe. L’esempio più vistoso lo ha fornito il pastore tedesco Seamus che ha “cantato” insieme ai Pink Floyd, registrando con la band il brano che porta il suo nome (“Seamus” 1971). Sentitelo qui come interagisce con voce e strumenti.

Orecchio musicale riconosciuto a Nelson, il pastore francese di Paolo Conte al quale il musicista ha intitolato un album per ricordarne la particolare sensibilità (“Nelson” 2010).

Amanti del pianoforte sono stati tutti i cani di Glenn Gould, a cominciare dal compagno di studi Nicky, setter anche fotografato mentre “suona a quattro mani” col celebre pianista.

Il mio cane invece, che era un meraviglioso golden retriever di nome Bacco, col muso mi spostava la mano dalla tastiera per avere la sua dose di carezze, per poi sdraiarsi contento in ascolto della musica.

Chiudo con “Fanfare for Bima” che trovate qui: è un quartetto di ottoni scritto da Leonard Bernstein sul tema fischiettato da un amico (il musicista Kusevickij) per richiamare il suo cane di nome Bima, appunto.

Un divertissement di un minuto che termina con una citazione beethoveniana di peso, le note iniziali della Quinta Sinfonia volute dall’autore per conferire un certo tono all’omaggio.

Non saprei dire se sia brano adatto alle orecchie canine, meglio farlo ascoltare ai diretti interessati e vedere l’effetto che fa.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro