Amore e potere, orgoglio e sofferenza, tutto si tiene intorno al triangolo lei-lui-l’altra dove lei, Aida, schiava in Egitto è però figlia del re d’Etiopia; lui, Radamès, è a capo delle truppe egizie vincitrici. Va da sé che sia acuto il tormento dei due per il loro amore “nemico”, reso ancor più impossibile da Amneris, la figlia del faraone innamorata di Radamès .
È con tale intrigo di sentimenti che si arriva al grandioso momento della Marcia trionfale: Aida la ascolta dolente tra le schiave; Radamès - accolto anch’egli dagli squilli delle famose trombe - fa il suo fiero ingresso ma percepisce il dolore sul volto di lei. L’altra, Amneris, se ne accorge e canta “La vendetta mi rugge nel cor”. E il ruggito musicale si compie quando il faraone offre la figlia in sposa al condottiero: la musica fa risuonare insieme la disperazione di Aida “A lui la gloria, il trono/A me…le lacrime” e quella di Radamès (combattuto tra il trono d’Egitto e il cuore di Aida). Amneris invece è raggiante per il trionfo completo.
Questo gran finale del secondo Atto riprende in ultimo le note della Marcia e rivela grande complessità della musica che riesce a esprimere il differente sentire dei personaggi, sia nella dimensione pubblica corale (vincitori e vinti) che in quella intima dei singoli (vincitori e vinti).
La vicenda finirà male, naturalmente: Radamès è condannato per tradimento a una terribile morte e Aida sceglie per sé la stessa sorte. Resterà Amneris ma sola e dunque sconfitta, anche lei. La tinta della musica è scura. Gli squilli del trionfo tacciono.
Quelle particolari trombe fu Verdi a volerle realizzare, un prototipo moderno delle antiche chiarine, trombe naturali chiamate così per il suono acuto e chiaro. Il Conservatorio di Torino, nella Galleria degli strumenti ne custodisce sei esemplari, nel numero di quelli progettati a Milano (ditte Roth e Pelitti) su precise istruzioni del compositore, usati probabilmente per la prima di “Aida” al Teatro Regio torinese (1874).
Le trombe furono tra gli elementi di novità e spicco fin dalla prima presentazione del melodramma al Cairo, 1871. Ora siamo a 150 anni dalla prima europea, avvenuta alla Scala nel febbraio 1872. Lo ricorda la mostra “Aida figlia di due mondi” (da marzo al Museo Egizio di Torino). Un lungo cammino di successo per quest’Opera e in particolare per gli squilli trionfali del secondo Atto, molto attesi a ogni rappresentazione.