Musica in parole


Scacciapensieri

Quello che comunemente si fatica a considerare come un vero strumento musicale, ha invece storia antica e di successo. Di probabile origine asiatica, lo scacciapensieri era già conosciuto dai Romani; è ovunque espressione di musica popolare ma curiosando qua e là lo si ritrova più di quanto ci si aspetti: presente nei saggi di Galileo Galilei, raffigurato da Pieter Bruegel, lo scacciapensieri compare anche nel repertorio della musica classica e al compositore Johann G. Albrechtsberger, insegnante di un giovane Beethoven, si devono una serie di concerti dedicati; sono poco noti ma ascoltandoli si scopre con sorpresa quanto il suono dello strumento solista si amalgami piacevolmente ai timbri orchestrali.

Lo strumentino ha denominazioni diverse (pare all’incirca mille) a seconda del luogo, però che bello il nome italiano! un “pezzetto di metallo” capace di scacciare i cattivi pensieri risuonando. Devono aver pensato qualcosa di simile anche a Jakutsk (Siberia) dove lo strumento - detto khomus, cioè “uomo magico” - ha una sua festa il 30 novembre e un museo dedicato. A quanto pare nelle pianure gelate siberiane “usano lo scacciapensieri per riprodurre il suono di una goccia d’acqua, un modo per pensare che il ghiaccio si sta sciogliendo e la primavera sta arrivando. Per questo dicono che il khomus “suoni la felicità”.

Così racconta Diego Panarello in “The Strange Sound of Happiness” (2018), film che ruota intorno allo strumento e si muove tra il reale e l’immaginario verso la Siberia dalla Sicilia, altro luogo dove lo scacciapensieri è di casa.

Noto come marranzano, nell’Isola ha più ruoli e risuona con la tarantella, punteggia l’attività dei cantastorie, è stato compagno dei carrettieri - come ricorda una poesia di Quasimodo - e col Marranzano World Fest di Catania favorisce l’incontro tra culture musicali.

Risaputo che al cinema il suono del marranzano è spesso associato alle storie di malavita, è vero anche che proprio ai film deve momenti di gloria. A regalarglieli soprattutto il genio di Morricone, quando ad esempio trasporta lo scacciapensieri nel mondo del western (“Per qualche dollaro in più”) o quando affida il “fischio d’inizio” di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” proprio allo strumento che in questo caso, vista la trama, invece di scacciarli indurrà nello spettatore ogni sorta di cattivi pensieri.

Lo strumento è presente oggi in progetti di ricerca musicale e nel mondo se ne vendono milioni di esemplari: quelli forse più belli, di artigianato di pregio, si debbono proprio alla Sicilia. È chiaro però che è riduttivo considerarlo solo un souvenir che suona, visto che ha attraversato i secoli, le culture e i generi musicali proponendo atmosfere sonore diverse, come quella insolita cui ho accennato e che vi propongo qui, per ascoltare lo scacciapensieri con l’orchestra: un concerto scritto intorno al 1765, in pieno stile galante.


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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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