LA Realtà aumentata


Dal 3D al 4K

Sono stato per anni un appassionato di IMAX, sistema cinematografico che negli anni '90 era la versione più avanzata di “realtà aumentata” che la tecnologia offrisse ad un pubblico, ancora di élite. 

Ricordo di aver visto il mio primo documentario del genere al Dome IMAX, presso la Dèfense di Parigi nel 1992. Per quasi venti anni questa tecnologia è rimasta di nicchia ma poi in modo repentino è letteralmente esplosa.

Nel tempo, la tecnologia IMAX aveva migliorato le proprie offerte creando i primi documentari in 3D: ho letteralmente girato il mondo da Los Angeles, Sydney ad Hong Kong, nei primi anni del millennio, per vedere i migliori teatri IMAX 3D, fino al Futuroscope di Poitiers (FR), una vera mecca mondiale dell'IMAX.

Ancora nel 2009, il cultore di questa tecnologia, si accontentava di documentari 3D della durata limitata non più di 30 minuti. Girare un film con queste modalità sembrava impossibile e improponibile.
Nel gennaio 2010 mi trovavo all'IMAX di Dubai, c'era uno strano titolo-un film- si chiamava Avatar ed era un vero film, non il solito documentario. Non lo sapevo, ma stavo assistendo “in diretta” al più grande evento cinematografico della storia, con quello che sarebbe stato di lì a pochi mesi il film dai maggiori incassi di sempre.

Grazie ad Avatar la tecnologia IMAX 3D ha nel giro di pochi mesi “sdoganato” la visione di film tridimensionali anche nelle nostre case con l'invasione di televisori 3D a prezzi sempre più bassi.   
Tutto è andato bene per almeno 6-7 anni, poi è successo qualcosa...
Il pubblico ha iniziato a stancarsi, forse di mettersi tutte le volte gli occhialini 3D, forse perchè le produzioni non erano centinaia ma decine; forse perché il calcio in 3D che è quello che voleva la “massa” non era così affascinante.
Un nuovo concorrente era arrivato, si chiamava 4K. Diciamoci veramente come stanno le cose: la tecnologia 3D (con occhiali LCD) era già presente negli anni '90 e i televisori 4K, 8K, 16K, sono già presenti nei Laboratori di Ricerca 5 o 10 anni prima della loro uscita sul mercato (il primo schermo 4K ricordo di averlo visto in un centro di ricerca in Florida a fine anni '90).
Una volta disponibile, una tecnologia diventa di massa solo se il marketing lo decide.
Ad inizio 2018 il mio gestore satellitare mi comunica che le trasmissioni 3D sarebbero state interrotte. Peccato. Mi accorgo solo qualche settimana dopo che a causa di questa decisione avevo anche perso tutta la mia cineteca di documentari e film 3D accumulati all'interno del mio decoder. 
Il 3D non va più, mi dicono: i nostri clienti vogliono vedere il calcio in 4K non in 3D.
Io, che il calcio, a parte qualche rara partita del Toro, non lo vedo mai, appartengo ad una minoranza non protetta, sconfitto dalla massa dei cultori 4K che fra qualche anno correranno per l'8K come oggi corrono per il nuovo smartphone. 
Ma se appartenessi alla Gen Z, oggi andrei a cercare la TV olografica non il 16K.

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Zafferano

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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