IL Digitale


Flash Mob e musica digitale

Scrivo Zafferano al weekend, in momenti di stacco dal lavoro, dalla famiglia e dai social media, sempre con musica a buon volume nelle orecchie.

In questi giorni circola su internet un bel video del mercato di Porta Palazzo di Torino, dove i cantanti del Teatro Regio sono confusi tra la folla e le bancarelle. Uno alla volta cominciano a cantare, in un crescendo che sorprende tutta la gente, che sorride e si gode i lieti calici di Verdi. Alla fine della performance sono tutti contenti, come pure entusiasti sono i commenti sui social media: chissà se avranno comprato di più alle bancarelle?

Con Flash Mob, si indicano concerti e spettacoli che appaiono spontanei e coinvolgono piazze, mercati, aeroporti ed altri luoghi di incontro. Su YouTube i migliori hanno decine di milioni di visualizzazioni e sicuramente avvicinano giovani e meno giovani a musiche, come la sinfonica o l’opera, che normalmente non hanno un gran seguito. 

Perché cantanti e musicisti professionisti dovrebbero andare nei mercati o nelle piazze? Ovviamente queste performance sono un ottima promozione per invitare a teatro, ma dal punto di vista dei costi e dei ricavi è uno sforzo poco efficace. Tuttavia l’economia di piattaforma digitale fornisce spunti preziosi. YouTube paga circa un centesimo di dollaro per pagina visualizzata per almeno 30 secondi, o per un click sulle pubblicità. In pratica con un Flash Mob si possono creare video che rendono cinque dollari per un migliaio di visualizzazioni, e lavorando opportunamente con i social media si ottengono quattrini ed ottima visibilità, o exposure come piace dire agli americani e agli addetti ai lavori.   

Dai primi successi di queste rappresentazioni c’è stata un inflazione di iniziative per una serie di motivi: dalla promozione di prodotti e servizi, alla raccolta fondi per il volontariato, YouTube consente a tutti di pubblicare su internet video di vario genere. Ovviamente per creare un gruppo folto di seguaci, e di conseguenza un interesse per le aziende pubblicitarie, occorrono video emozionanti. 

A questo fine nulla di meglio di una piazza, o di un mercato, che in un crescendo di note si svegliano e sono evidentemente felici della musica, delle canzoni, delle danze eseguite da artisti professionisti. La piazza del video è ovviamente specifica di un certo luogo, ma chi guarda il Flash Mob su internet potrebbe essere dall’altra parte del mondo e saper poco o nulla di quella lingua e quella cultura: quello che conta sono le emozioni ed i click

Le ultime generazioni di cantanti e musicisti vengono quasi tutte da YouTube, grazie alla capacità di raggiungere milioni di spettatori prima di essere intercettati dai media classici: radio, tv e giornali. Internet facilita l’accesso e la produzione di qualsiasi contenuto digitale, consentendoci la disintermediazione rispetto a chi in passato aveva il potere di promuovere un autore o un altro. Per le nuove generazioni, capire al meglio lo sfruttamento di queste tecnologie è molto utile.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Filippo Baggiani (Torino): commerciale settore moda, scrittore allo stato quantico
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Francesco Rota (Torino): un millenials
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Gianfranco Saran (Castelfranco Veneto): medico dentista per scelta, giornalista per vocazione