Tanto a Washington quanto a Bruxelles politicanti da aria rarefatta promuovono di tutto: dallo smembramento dei FANG, a multe miliardarie, a qualsiasi altra minaccia attragga i voti di chi regala i propri dati a queste aziende, ovvero circa 3 miliardi di persone. Poi interrogano ed umiliano Zucki, che immancabilmente si pente delle malefatte, riconosce i propri errori, e promette un futuro migliore per tutti. Il fatto che guadagni da inserzioni indegne non lo preoccupa, perche’ paga migliaia di censori esterni per controllare il contenuto, e non e’ piu’ problema suo. The show must go on.
Stephen Wolfram e’ uno dei luminari del digitale, ed il suo motore di ricerca aiuta quotidianamente milioni di studenti nel rispondere correttamente ai compiti piu’ complessi, senza studiare. Conosce bene i tecnicismi dell’intelligenza artificiale, e come questa possa essere usata per spostare l’opinione pubblica in una qualche direzione. Il nocciolo dei FANG e’ che i meccanismi di classifica delle informazioni sono segreti, e non ci e’ dato di sapere se questa azienda o quel partito politico vogliano influenzare le scelte in un modo specifico.
Seguendo i soldi, e’ logico che Facebook favorisca questo o quel cliente nel far apparire prima le notizie favorevoli, e non si ferma nemmeno di fronte a fake news e fake truth. Che sia logico ma immorale, o addirittura illegale, e’ un altro conto: meglio che il lettore ragioni con la propria testa.
Ora, mettetevi nei panni del povero robot che deve catalogare informazioni e dare piu’ risalto ad un articolo che un altro: mentre Logica e Legge non sono un problema perche’ sono ricette, l’etica e’ un macello. I robot son peggio degli ingegneri perche’ nell’ambiguita’ si perdono del tutto, e finiscono per seguire il loro padrone, ovvero i programmatori ed il CEO dell’azienda che li costruisce. In altri termini l’intelligenza artificiale soffre degli stessi pregiudizi di chi la programma.
Wolfram propone una soluzione logica e semplice: dire chiaramente chi paga per classificare le informazioni. Che venga da un partito politico o da un azienda, ognuno di noi sapra’ immediatamente farci la tara, ed il fatto che l’algoritmo sia segreto non e’ piu’ un problema. Occorre quindi dare trasparenza a chi paga, seguire i soldi, e poi lasciare che ognuno di noi giudichi con il proprio metro morale. Per saperne di piu’: https://adage.com/article/digital/technologist-stephen-wolfram-puts-pin-social-media-information-bubbles/2215766
Chi osteggia questa proposta? Solo i mariuoli che vogliono fregare il prossimo di nascosto. La trasparenza di internet aiuta assai, se preservata.