IL Digitale


Giustizia e Digitale

Da Aristotele e Cicerone in poi, il concetto di giustizia come virtu’ piu’ alta per l’essere umano sembra consolidato, anche se piu’ recentemente Gesu’ ed il Dalai Lama ci dicono che la compassione e’ ancor meglio.

Con l’avvento del digitale vediamo l’emergere di problemi nuovi ed il ritorno di altri che speravamo defunti. In questa rubrica abbiamo gia’ esplorato casi dove la tecnologia puo’ consentire controllo e modifica della nostra fisiologia e delle nostre performance: i cyborg sono gia’ tra noi e possiamo pure determinare le caratteristiche dei nascituri. La capacita’ di creare ibridi uomo-robot pone importanti domande di etica: e’ giusto farlo? Chi decide? Chi mette dei paletti?

Molti lettori saranno d’accordo che lavorare sul patrimonio genetico dell’embrione per evitare patologie sia giusto, come pure dare protesi robotizzate per sostituire arti o organi deperiti. Ma considerando che 8 miliardi di persone su questa terra gia’ faticano ad avere condizioni di vita decenti, se poi allunghiamo la vita media a 120-130 anni qui diventa una bolgia. Come fare?

A livello di societa’, il controllo esercitabile dai robot e da chi li controlla e’ totale: e’ giusto affidarsi ai robot per gestire le politiche di un paese? E chi dovrebbe decidere: i competenti con la c maiuscola che agisono sempre nell’interesse comune, oppure i singoli individui che hanno imparato a curarsi su Google?

Si scrivono molti articoli sull’etica dei robot: quelli che decideranno se far sbattere un automobile autonoma invece di investire il pedone, quelli che eviteranno di amministrare cure troppo costose per il malato, quelli che leggono migliaia di curricola e decidono chi deve essere assunto. Scoop: tutti quegli algoritmi sono sviluppati da persone, mediamente maschi, bianchi ed interessati al proprio futuro.

Gia’ oggi il CEO Capitalism ha fatto riemergere lo schiavismo, a livello globale. Tanto in America quanto in Cina schiere di lavoratori arrancano per arrivare a fine mese e lavorano ben oltre le 40 ore settimanali per stare a galla. Domani, quando vengano al mondo individui con capacità potenziate, e’ ancora giusto dare a poche persone le leve del potere?

Chi scrive ha un incrollabile ottimismo nelle capacita’ delle nuove generazioni di trovare una quadra a questi temi, attraverso l’inclusione di tutti i ragazzi che accedono a internet che stanno imparando a sufficienza per essere loro stessi, come individui, artefici del proprio futuro. Gia’ a giugno con l’incontro dei giovani del G7 (https://www.elysee.fr/en/g7/2019/01/01/youth-7-y7 ) e specialmente con iniziative come questa del Berkman Center di Boston (https://cyber.harvard.edu/topics/justice-equity-inclusion ) vediamo che la giustizia ed il digitale vanno bene assieme quando c’e’ inclusione.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro